I fondi Sator e Palladio, rispettivamente riconducibili alle amministrazioni di Arpe e Meneguzzo, hanno investito pesantemente sul capitale di Fonsai arrivando a detenere una partecipazione pari all’8%, e blindando i propri orientamenti attraverso la sottoscrizione di un patto di consultazione non finalizzato a indurre obblighi di voto tra i partecipanti, ma solamente in ottica di predisposizione in vista della prossima fusione del polo assicurativo.
La vicenda del riassetto della compagine sembra pertanto tutt’altro che lineare. Nella giornata di ieri – l’ennesima molto movimentata per la compagnia assicurativa – il mercato finanziario ha scambiato di mano il 7% del capitale, con una quota rastrellata da Palladio (che ha comunicato di aver superato la soglia del 5%) e di Sator (che invece ha precisato di aver scollinato la soglia dei 2 punti percentuali, raggiungendo poi il 3,011%).
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Nel compimento di questa piccola scalata, Sator e Palladio avrebbero già impiegato circa 30 milioni di euro, con un prezzo medio di carico pari a un euro per Sator. Tuttavia, la scalata non dovrebbe essere intenzionata ad andare fino in fondo, ma solamente ad ottenere un posizionamento privilegiato in vista del già ricordato processo di fusione.
In ogni caso, è impossibile stabilire con certezza quanto accadrà nel prossimo futuro, visto e considerato che il passato recente ha già avuto modo di smentirci più volte. Niente esclude, infatti, che la holding e il fondo siano un trampolino di lancio per un partner straniero che, con in mano capitali ben più forti, si lanci nell’acquisizione di Fonsai. Una probabilità ancora remota, valutate le intenzioni di mantenere italiana una delle principali compagnie assicurative nazionali.
Un pacchetto partecipativo dell’8% rappresenta comunque una fetta di capitale sociale con la quale sarà impossibile non fare i conti, anche in vista di presumibili incrementi e sforamenti della doppia cifra, già nei prossimi giorni.
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