Dopo oltre 14 ore di trattative, l’accordo sui nuovi aiuti alla Grecia è finalmente stato raggiunto. La riunione fiume di Bruxelles tra i ministri europei delle finanze, il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Centrale Europea ha pertanto consentito lo sbloccaggio dei 130 miliardi di euro di aiuti che erano stati promessi dalla troika ad Atene. Una trattative durata ben oltre le aspettative, dilungatasi a causa della difficoltà nel cercare un accordo con i creditori privati, che rispetto a quanto atteso dovranno sopportare una ulteriore riduzione del valore nominale del proprio debito.
Hanno invece suscitato meno problemi le negoziazioni sugli altri due punti fondamentali per l’accordo. Il primo sarà relativo alla presenza stabile degli osservatori della troika ad Atene: una sorta di “commissariamento” che servirà a controllare che il piano di risanamento della Grecia venga portato avanti secondo gli accordi intrapresi. Il secondo è invece la creazione di un conto bloccato dove i greci verseranno, da ora in poi, tutti gli interessi sul loro debito, in aggiunta all’inserimento in Costituzione della norma sulla priorità dei pagamenti delle scadenze del debito.
Con quanto sopra, la Grecia spera di poter raggiungere l’obiettivo del raggiungimento del rapporto del 120,5% tra debito e Pil entro il 2020. Un obiettivo definito “insperato” da parte del ministro francese Franois Baroin. “Un accordo molto buono” è invece stato definito dal presidente della BCE Mario Draghi, con l’ex governatore che in serata ha poi aggiunto come sia “molto importante che le principali forze politiche in Grecia riconoscano questo programma e che supportino gli impegni che sono stati presi dal primo ministro e dal ministro delle Finanze”.
“E’ un bel risultato per la Grecia, per l’Eurozona e per i mercati” – ha invece dichiarato il premier Mario Monti. “E’ stato un lavoro lungo, l’Europa è anche in grado di funzionare”.
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