Le valutazioni degli istituti di credito lasciati in piedi dalla crisi finanziaria, soprattutto negli Stati Uniti, sono diventate molto attraenti e rappresentano un’opportunità di acquisto. Ne è convinto Paul Ehrlichman, presidente e direttore investimenti di Global Currents Investment Management che a inizio anno si dichiarava “significativamente” sottopesato sul settore finanziario.
Un rapido incremento della volatilità crea delle valutazioni mal prezzate che ci consentono di aumentare la nostra esposizione vicino al punto più basso del ciclo,
ha detto a Reuters Ehrlichman in una serie di risposte scritte.
La storia ci dice che le banche guidano il rialzo del mercato fuori dai rallentamenti legati al credito, tuttavia crediamo che il punto più basso di questo ciclo potrebbe durare più a lungo che in passato”.
Global Currents è uno dei 10 asset manager che figura sotto il cappello del gruppo americano Legg Mason, gestore “puro” e indipendente sbarcato in Italia a maggio con l’obiettivo di partire con la clientela al dettaglio nellaseconda metà del 2009. Approfittando delle massicce correzioni dei listini azionari – che hanno schiacciato le quotazioni delle banche sotto i valori di libro – Global Current ha investito in bancari globali dalle grandi capitalizzazioni in Europa, Gran Bretagna, Giappone e Stati Uniti.
Nel complesso, prevediamo di investire di preferenza nei finanziari statunitensi rispetto a quelli europei
ha sottolineato il manager, spiegando che il Vecchio Continente e l’Asia sono in ritardo di 10-12 mesi rispetto al ciclo degli utili negli Stati Uniti. Non solo: la misura dei danni prodotta dalla crisi del credito in Europa rappresenta una grande incognita. Ehrlichman ricorda che i consumatori europei non hanno mai sperimentato una vera contrazione del credito, perchè la penetrazione del credito al consumo è relativamente recente.
Nello specifico, siamo posizionati sulle banche europee con azioni sensibilmente malprezzate, bilanci solidi e per le quali la dipendenza dalla crescita europea non sia un fattore determinante… Riteniamo che i wealth management globali stiano attualmente offrendo un’opportunità senza precedenti
ha detto. Nei portafogli di Global Currents non mancano, infine, le banche giapponesi, ignorate dalla crisi del credito e sovracapitalizzate.
Molti di questi gruppi stanno investendo capitali fuori dal Giappone e sono su livelli di valutazione estremamente depressi
sottolinea ancora il manager. La leader del settore Mitsubishi UFJ Financial Group punta a rilevare un quinto del capitale di Morgan Stanley.