Enel ha diffuso i dati di bilancio 2011 con risultati in chiaroscuro. Il colosso italiano dell’energia elettrica ha registrato un aumento dei ricavi dell’8,4% a 79,5 miliardi di euro da 73,4 miliardi. Sale leggermente anche il margine operativo lordo a 17,7 miliardi di euro da 17,5 miliardi circa. In calo l’utile netto del 5,5% a 4,15 miliardi di euro da 4,39 miliardi, anche se c’è da considerare il maggior carico fiscale dovuto alla modifica della normativa relativa alla “Robin Hood Tax”. L’utile per azione si è attestato a 0.44€, mentre l’indebitamento netto è sceso a 44,63 miliardi di euro da 44,9 miliardi.
Il management del gruppo ha proposto un dividendo di 0.26€, a cui va però decurtato l’acconto di 0.1€ dello scorso novembre. Il saldo sarà staccato il 18 giugno prossimo e andrà in pagamento tre giorni dopo. Rispetto all’esercizio 2010, il dividendo è risultato in calo da 0.28€ a 0.26€. Per il 2012 il gruppo prevede una contrazione dell’utile netto, che dovrebbe tornare a salire soltanto a partire dal 2014. Un obiettivo importante per il management sarà la riduzione del debito fino a 30 miliardi di euro nel 2016. A partire dal 2012, Enel ha deciso che distribuirà un dividendo almeno pari al 40% dell’utile netto ordinario.
Le case d’affari hanno per ora un atteggiamento prudente verso il titolo, che da inizio anno ha perso quasi il 4%. Berenberg, Kepler e Goldman Sachs sono tra le poche a suggerire di comprarne le azioni. Goldman Sachs ha un target price molto elevato, se si considerano i livelli correnti, fino a 4.4€. Negativa sul titolo è UBS, che consiglia di vendere le azioni con target a 2.7€. Molte altre banche d’affari hanno un rating “neutral”, “hold” (mantenere) oppure “equalweight” (pesare correttamente), senza sbilanciarsi più di tanto. In media il prezzo obiettivo è compreso tra 3.2€ e 3.5€.