Nel precedente articolo dedicato al Crude Oil si parlava dell’importanza di individuare il trend di un grafico, mediante l’utilizzo di più strumenti che potessero confermare a vicenda le aspettative. Si ricordava inoltre come i profitti maggiori vengono realizzati seguendo la tendenza dominante, come insegnava Mr. Gann.
Il Crude Oil segnala da tempo una forte tendenza negativa, confermata in questi giorni: la situazione di ipervenduto è stata annullata grazie ad un rimbalzo tecnico durato poco più di una seduta, che ha permesso alle quotazioni di tornare nei pressi della resistenza posta a 84,5 dollari; successivamente la perdita dei 78,3 ha di nuovo proiettato verso il basso i prezzi alla ricerca dei 68 dollari. Si è creata però un’importantissima resistenza intermedia in area 72,4. La violazione di questo livello permetterebbe infatti un ulteriore allungo ribassista consistente. Al contrario, la tenuta dell’area indicata permetterebbe alle quotazioni un recupero fino a 97 dollari al barile in poco tempo.
Gli elementi che si rilevano fin’ora sul grafico fanno comunque propendere per l’ipotesi peggiore: si noti la lunghezza delle candele rosse daily registrate nell’ultimo mese: la convinzione degli operatori è forte al punto da chiudere le giornate “rosse” senza creare shadow degne di nota. La continuazione del ribasso è quindi l’ipotesi più probabile, confermata anche dall’incrocio al ribasso delle 2 medie mobili importanti: la 200 periodi e la 55 periodi.
Guardando la serie storica di prezzi si nota come gli ultimi 2 anni quasi abbiamo assistito ad una fase fortemente rialzista di forza esponenziale rispetto a qualsiasi altro momento storico. Si presume quindi che la bolla speculativa creata in questo arco temporale abbia gia visto il suo massimo e sia ora quindi di un ritorno alla normalità.
Le ipotesi ribassiste di lungo periodo potranno essere smentite solamente al superamento della resistenza in area 97 dollari.
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