Si fa sempre più difficile il riassetto azionario di banca Monte dei Paschi di Siena. Un riassetto che ha la sua fondamentale chiave di volta nella vendita di un importante pacchetto di azioni dell’istituto di credito da parte della Fondazione MPS, che per motivi di ristrutturazione delle proprie esposizioni ha la necessità di allocare nel breve e nel medio termine una quota del capitale azionario di Monte Paschi pari a circa 15 punti percentuali.
La Fondazione MPS ha tuttavia reso noto che i tempi per la cessione della quota potrebbero non essere così immediati come qualche osservatore ottimista aveva inizialmente auspicato. “L’inizio dell’esame delle offerte per Rocca Salimbeni” – informava ieri una nota dell’Ente presieduto da Gabriello Mancini – “con i necessari approfondimenti, in vista delle conseguenti determinazioni”, è infatti appena stato avviato.
A contraddistinguere la nuova strategia gestionale di Palazzo Sansedoni è tuttavia la consapevolezza secondo cui la Fondazione non ritiene più necessario l’intervento di un socio con il 10% – 12% del capitale (intervento che avrebbe sostanzialmente legittimato la pretesa di una partecipazione diretta in consiglio di amministrazione, con conseguenti riflessi sull’ottica gestionale della banca).
Alla luce di questa evoluzione, dopo Clessidra anche il fondo Equinox ha reso sostanzialmente palese il proprio disinteresse a proseguire la trattativa. Gli altri fondi che erano stati indicati quali potenziali investitori in società (Optimum, Sator, Sete Brasil) sono invece, per il momento, in una fase fondamentalmente attendista.
Sicuramente più probabile è invece l’intervento da parte di investitori privati, che stanno valutando l’opportunità di investire nella banca toscana: a comporre il folto gruppo di coloro che vorrebbero impiegare la propria liquidità, spiccano i fiorentini Aleotti del gruppo Menarini, Patrizio Bertelli, gli Angelini di Roma, Maurizio Mian, e altri ancora.
Vi terremo ovviamente aggiornati sugli sviluppi di questa intricata vicenda societaria.