Della possibilità di una fusione tra General Motors e Chrysler questo blog si era già occupato il 12 ottobre. Se però prima erano solo ipotesi, adesso sembrano mancare solo gli ultimi dettagli di quello che da molti analisti è stato definito come l’ultimo, disperato tentativo di restare a galla da parte dei due produttori di Detroit. Intanto Nissan e Hyunday hanno deciso per altri tagli di produzione in modo da limitare i danni derivanti dal crollo delle vendite negli USA. Il mercato statunitense delle auto sembra infatti destinato ad arretrare ai livelli di 25 anni fa sull’onda del calo dei consumi e delle difficoltà del settore finanziario che eroga prestiti con più difficoltà. Per quanto riguarda l’Italia è utile sottolineare il fatto che il ministro Scajola ha iniziato ieri ha parlare di sussidi al settore dell’auto per limitare i danni derivanti dai cali di vendite. Il 23 ottobre Fiat presenterà la propria trimestrale e c’è grande attesa per capire se verranno rispettate le stime fornite nei mesi scorsi.
I negoziati stanno ormai procedendo da giorni e un accordo con Cerberus Capital, il fondo private equity che detiene il controllo di Chrysler, sarebbe in dirittura d’arrivo. Mentre si aspettano i sussidi governativi destinati al settore dell’auto (25 miliardi in tutto per lo sviluppo di auto a basso impatto ambientale) si corre ai ripari in ogni modo possibile per evitare il fallimento. GM a giugno aveva 21 miliardi di dollari di liquidità, ma in questo momento la situazione è certamente peggiore a causa della impossibilità di accedere al mercato del credito; non ci sono infatti banche disponibili a prestare somme di denaro e le obbligazioni hanno interessi proibitivi (per GM più del 20%). Inoltre a settembre le vendite di di Chrysler sono scese del 25%, quelle di GM del 18%. General Motors ha bruciato nel secondo trimestre 3,6 miliardi di dollari ed è evidente che questa situazione non è sostenibile.
In questa ottica l’accordo con Chrysler acquista rilevanza: General Motors sarebbe interessata al terzo produttore USA di auto sia per i circa 10 miliardi di dollari di liquidità (a giugno 11,7) in suo possesso, sia per i tagli di costi che sarebbe possibile portare avanti. In particolare sembra che sia proprio la liquidità portata in dote da Chrysler a rendere possibile una riduzione delle spese. Almeno 4 miliardi di dollari servirebbero a licenziare i 30 ’000 lavoratori degli impianti ritenuti in eccesso (cifra enorme, se si considera che Chrysler dà lavoro a 33’000 persone).Altre risorse sarebbero necessarie per chiudere i contratti con gli autosaloni.