Il 2012 è finora un annus horribilis per il settore delle utility italiane, quasi tutte con le quotazioni di borsa ai minimi storici. In particolare le grandi municipalizzate localizzate nell’Italia settentrionale sono in profondo rosso da mesi e il crollo in borsa sta assumendo sempre più dei contorni imbarazzanti. Ieri A2A ha perso l’8,17%, toccando un nuovo minimo storico a 0.5105€, Iren ha ceduto il 4,33% formando un bottom assoluto a 0.508€. A2A quotava ieri a un centesimo in meno del valore di carico del Comune di Milano, ma anche i comuni di Torino e Genova, che controllano Iren, non se la passano meglio.
Il problema per Iren si chiama Finanziaria sviluppo utilities (Fsu), la holding controllata dai comuni di Torino e Genova cui fa capo il 33,3% di Iren, che potrebbe avere ben presto grossi problemi di liquidità schiacciata dal peso dei debiti. Ed è stata la stessa Fsu ad avvisare che potrebbero esserci rischi di liquidità in caso di “eventuali riduzioni o ritardi nei pagamenti dei dividendi”. Nel 2011 a Fsu le cedole previste basteranno solo per pagare gli interessi sul debito, mentre i piccoli azionisti rischiano di restare a bocca asciutta.
► RATING A2A TAGLIATO DA S&P A BBB
Fsu, per coprirsi dal rischio tassi, ha anche costruito un derivato con Goldman Sachs che però a fine 2010 era già negativo per 11,4 milioni di euro. Oltre ad avere un debito superiore al patrimonio netto, le due utility del nord hanno il problema dei dividendi. Rispetto agli anni scorsi, la cedola quest’anno sarà puramente simbolica. Al centro Italia, invece, le due municipalizzate Hera e Acea restano sotto pressione ma se la passano meglio rispetto alle utility del nord tanto che le cedole saranno di poco inferiori rispetto allo scorso anno.
► IREN -11% DOPO BILANCIO 2011