Rosso record per l’industria del risparmio gestito nei primi tre giorni del 2008 sui mercati mondiali e ciò contribuisce a raffreddare anche i facili entusiasmi: in sole tre sedute di Borsa sono già andati in fumo in Europa quasi 300 miliardi di euro. La situazione oltreoceano non è ovviamente migliore, L’ultima volta che gli Stati Uniti hanno sofferto una recessione è stato nel marzo del 2001, quando è scoppiata la bolla delle dot-com.
Quella crisi ha spazzato via aziende il cui valore di mercato si aggirava sui 5.000 miliardi di dollari, e ha colpito un settore economico che valeva quasi il 7 per cento del Pil nazionale. Ma quella recessione non ha contagiato tutta l’economia. Piccoli risparmiatori e milionari di fresca nomina ci hanno perso, ma la nazione ha fatto presto a riassorbire lo shock grazie soprattutto alla crescita del settore immobiliare e quello manifatturiero. Uno dei fattori che si ritiene stia contribuendo significativamente all’accelerazione della crisi economica statunitense è il costo del petrolio, che aggirandosi intorno ai cento dollari il barile (anche se almeno in questi ultimi giorni pare che il prezzo si sia stabilizzato, ma comunque rimane sempre troppo elevato), starebbe causando un incremento dell’inflazione, ora al 3 per cento, e un aumento generalizzato (più 0,8 per cento) dei prezzi dei beni di consumo.
Dopo la crisi dei mutui subprime molte banche hanno adottato criteri più stringenti nell’erogazione dei prestiti. Già durante il 2007 i finanziamenti al 100%, concessi agli extracomunitari a tassi convenienti si sono ridotti, tuttavia secondo l’Abi il 10% dei circa tre milioni e mezzo di finanziamenti concessi dal sistema del credito per comprare un’abitazione fa capo agli immigrati, basta che siano residenti in Italia da almeno cinque anni e abbiano il nucleo familiare al seguito. Gli extracomunitari preferiscono il mutuo a tasso fisso. UniCredit fa sapere che la clientela straniera sceglie una durata di 25 anni, un tasso annuo nominale del 6,20% e una rata mensile di 787,9 euro. In Bnl circa l’80% dei clienti extracomunitari ha contratto un mutuo di durata pari o superiore ai 25 anni. Non ci resta che attendere e verificare se questi tagli daranno finalmente un po’ di fiato allo strozzamento finanziario degli ultimi giorni.
articolo interessaante e completo
il mondo politico non é adeguato intellettivamente alla crescita ed allo sviluppo
della globalizzazione, al punto che ancora oggi c’é carenze di formazioni professionali ad ok