Le crescenti difficoltà economiche, determinate dalla grave crisi finanziaria che si stanno velocemente trasferendo all’economia reale stanno avendo un forte impatto sul cambio euro/dollaro, che dopo un discesa quasi senza sosta durata oltre venti mesi, sta in questo ultimo mese recuperando i livelli di cambio con l’euro di due anni fa. Mentre alcuni economisti fino a pochi mesi fa prevedevano un dollaro ancora debole, con un cambio con la moneta unica attestato intorno a 1,4, ora il biglietto verde è schizzato arrivando a toccare in serata il record di 1,27 contro euro e sono molti a ritenere che il recupero del dollaro continuerà ancora. Molti infatti sono sicuri che la Bce abbasserà presto nuovamente i tassi, forse dello 0,75% e questo certo contribuisce a rafforzare una moneta. inoltre sono molti a ritenere che come spesso accaduto in passato una crisi nata in America faccia poi sentire i maggiori influssi proprio nel vecchio continente.
Questo e altro ancora fa ritenere possibile un cambio euro dollaro sotto 1,2, in tempi relativamente brevi, e non a caso tutti i settori legati all’export sopratutto verso gli Usa, come in Italia Bulgari, stanno registrando ottime perfomance in Borsa. E non è un caso che anche la sterlina stia pagando dazio sui mercati valutari, sia contro il dollaro sia contro lo yen, che viene considerata una sorta di moneta rifugio nei momenti di alta volatilità in Borsa, per i suo valore negli arbitraggi che vengono realizzati nel cosidetto carry trade. Il calo dell’euro, e il corrispettivo rafforzamento del dollaro, però, oltre a fare bene all’esportazione, hanno anche l’effetto di contribuire al considerevole calo delle materie prime, greggio in testa, le cui variazioni sono strettamente e indirettamente correlate a quelle del biglietto verde. Il petrolio infatti ha cominciato la sua discesa dai picchi di luglio scorso proprio in concomitanza con l’ascesa del dollaro. Il calo del greggio poi ha seguito anche la dinamica del previsto della domanda, a seguito della ormai quasi certa e prossima recessione a livello globale.
ci sono cose che mi sono sempre chiesto, ma cosa ci faceva l’euro a 1,60? e quali erano i presupposti pechè si parlasse di 2 usd per eur?ma nel giro di due mesi le differenze tra america ed europa sono così cambiate?la riduzione presunta del differenziale dei tassi vale 40 figure?perchè la BCE ha sempre detto che un cambio a 1,60 non era un problema salvo poi svenarsi per sostenere il recupero del dollaro?
@ lupoalberto:
Caro amico, sono tanti i misteri che si celano dietro un sistema finanziario che sta mostrando solo ora tutte le sue crepe in maniera eclatante ed esplosiva, quello che si può dire è che in momenti come questi il biglietto verde viene preferito ancora come moneta rifugio, anche perchè malgrado tutto le propsettive economiche sono meno fosche in America che in Europa, e sulla Bce preferisco non commentare sulle sue scelte prime e su quelle che sta adottando ora.
Saluti
Al fine di rendere la lettura del presente post suggerisco di visitare e leggere i dati e i grafici relativi all’inflazione in ITALIA, USA e Euro AREA
http://www.rivaluta.it/inflazione.htm