Anche la Consob potrebbe andare a costituirsi come parte civile nell’ambito di un ipotetico processo relativo al bond convertendo della Banca Popolare di Milano: il caso in questione è piuttosto celebre, tanto da aver coinvolto un numero impressionante di risparmiatori del nostro paese. Ora, la Commissione Nazionale di Società e di Borsa si è finalmente decisa a inviare un esposto sulla vicenda alla procura di Milano, quindi la possibilità di una costituzione come quella appena descritta diventa sempre più concreta. Il processo in questione, inoltre, dovrebbe riguardare gli ostacoli che sono stati posti alla stessa autorità di vigilanza nelle normali attività di controllo.
►DA ALTROCONSUMO AZIONI GIUDIZIARIE CONTRO CONVERTENDO BPM
L’indiscrezione a cui si sta facendo riferimento è stata svelata proprio da fonti giudiziarie e ora si attendono conferme importanti in tal senso. Tra l’altro, bisogna ricordare che questo stesso fascicolo, il quale è stato aperto e avviato dal pubblico ministero Roberto Pellicano, ha approfondito quanto accaduto con il convertendo Bpm che era stato emesso nel corso del 2009 e che sarebbe dovuto durare fino al prossimo anno: i soggetti indagati sono un funzionario dell’istituto di credito lombardo e Ivano Venturini, il responsabile per la compliance (la funzione che scongiura qualsiasi tipo di rischio, in primis i danni di immagine e le perdite finanziarie) della banca.
►CLASS ACTION FEDERCONSUMATORI SU PRESTITO CONVERTENDO BPM
L’accusa è molto precisa e grave e parla chiaramente di una manipolazione dei dati di una indagine interna alla banca che era stata perfezionata proprio in relazione allo strumento finanziario, esattamente nello stesso momento in cui la Consob procedeva alla sua ispezione. In questo modo, si cerca di capire quali sono state le esatte modalità con cui questo titolo obbligazionario è stato emesso e collocato e se tutti i sottoscrittori abbiano ricevuto informazioni chiare e corrette; in effetti, proprio gli interrogatori della Guardia di Finanza hanno messo in luce una consapevolezza molto bassa dei rischi dell’investimento.