L’istituto di rating che ha affondato le valutazioni dei debiti sovrani e degli istituti dell’Eurozona, conferma le sue aspettative negative per il Vecchio Continente; secondo un recente commento di Douglas Renwick, Seinor Director per i rating dei debiti sovrani, la tendenza iniziata nel 2011 proseguirà anche nei prossimi trimestri.
I detentori del debito Spagnolo e del debito Italiano sono in buona parte istituzionali esteri o comunque investitori non residenti nei Paesi stessi. Nel 2008 ad esempio il 60% del debito Spagnolo era detenuto da non-residenti, mentre nel Q4 del 2011 la percentuale ha visto un ridimensionamento al 40%, in particolar modo per la mancata crescita attesa nel Paese e per il peggioramento della disoccupazione.
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Nel primo trimestre del 2012 il dato è stato rivisto ancora al ribasso e si stima che a detenere il debito della Spagna siano i non residenti nella misura del 34%. Secondo Fitch (e non solo) le condizioni saranno destinate a peggiorare, dato che non vi è stata alcuna ripresa da parte del Paese non è attivo un piano di crescita concreto. Parte dei problemi legati ai singoli stati però è principalmente derivante dalla situazione della Moneta Unica; l’incertezza che regna sovrana in Eurozona riguardo l’uscita o meno della Grecia, insieme alle nuove politiche sugli aiuti ai Paesi in difficoltà, fanno letteralmente fuggire gli investitori che riversano i capitali in Asia e nelle commodities.
La tendenza potrebbe essere invertita solo dalla BCE; è infatti l’istituto di credito centrale che deve riattivare l’economia e creare le condizioni per la crescita, anche se il lavoro della Banca Centrale dovrà poi trovare un riscontro positivo nei singoli Stati da parte dei Governi in carica che ora lavorano principalmente per arginare i danni della crisi del credito.
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