La diffusione questa mattina dei dati relativi alle PMI Europee è stata commentata duramente dagli analisti, che registrano per la prima volta un cambiamento di “ruoli” nell’Eurozona insieme ad un peggioramento generale.
Jens Sondergaard, economista di Nomura, ha affermato che l’Eurozona si sta avviando nel secondo e terzo trimestre dell’anno verso la recessione, con il PMI che si conferma ai minimi di tre anni. L’indice è sceso a 45,1 punti a maggio (era a 45.9 ad aprile) mentre la situazione in Spagna registra un arretramento sui minimi del 2009. Alla luce di quanto è emerso dai dati, secondo un fattore puramente “numerico” il fanalino di coda dell’Eurozona è ora proprio la Spagna, che “spodesta” la Grecia aggravando la sua posizione di crisi. A pesare sul Paese sono sicuramente le condizioni sui consumi e sull’occupazione, ma il colpo decisivo è stata sicuramente la nazionalizzazione di Bankia, che ancora non è chiaro come verrà ricapitalizzata.
Nello specifico l’indice manifatturiero in Spagna per il periodo considerato è pari a 42 mentre quello della Grecia è 43,1. Per quanto riguarda invece Francia e Germania il dato è rispettivamente pari a 44,7 e 45,2 punti, anche in questo caso sui minimi da circa tre anni.
La risposta in borsa alla diffusione dei dati è netta; dopo un’avvio vagamente positivo il mercato torna velocemente sui suoi passi portandosi in pieno territorio negativo e scendendo sotto i minimi della giornata di ieri (a Piazza Affari).
Per la giornata di oggi è attesa un’inversione che riporti verso la parità i mercati Europei, ma solo dopo l’apertura di Wall Street; se il Dow Jones infatti riuscirà a portarsi immediatamente sopra a 13400 punti fin dai primi scambi allora assisteremo anche in Eurozona ad un close prossimo ai livelli di apertura di questa mattina.
Nel caso in cui anche in USA il mercato sarà colpito dalle vendite, allora il close settimanale a Piazza Affari rivedrà quota 12500 punti, aprendo la strada per un’altra ottava negativa.