La crisi dei debiti sovrani europei continua ad infuriare pericolosamente sui mercati finanziari, facendo preoccupare non poco gli investitori di tutto il mondo. In Cina hanno liquidato da tempo le posizioni sul debito europeo (tenendo solo un pò di titoli tedeschi e francesi), molti fondi sovrani esteri e fondi di investimento americani hanno fatto lo stesso da tempo. Così, l’Europa si aggrappa su se stessa e sulla speranza che la BCE metta in campo risorse tali da sostenere i titoli di stato dei paesi in difficoltà facendo così scendere i rendimenti attualmente su livelli quasi insostenibili.
La crisi del debito ha già messo da tempo k.o. la Grecia, praticamente fallita e con un futuro politico-finanziario ancora tutto da decidere. Il prossimo 17 giugno ci saranno le nuove elezioni e si capirà finalmente se il paese ellenico resterà o meno nell’euro. Intanto, i bond decennali greci hanno un rendimento superiore al 30%. Si tratta, dunque, di titoli ad altissimo rischio e sconsigliati per i piccoli risparmiatori. Irlanda e Portogallo rientrano tra gli emittenti altamente speculativi. Dublino ha il decennale intorno al 7,5% di rendimento e sta proseguendo nel suo programma di rientro dal deficit.
► TITOLI DI STATO EUROPEI A RISCHIO NULLO NEL 2012
Gli irlandesi stanno facendo un ottimo lavoro attraverso grandi sacrifici e di recente hanno detto “sì” al fiscal compact europeo, votato definitivamente con un referendum ad hoc. I titoli di stato irlandesi sono molto rischiosi, anche se decisamente meno di Portogallo e Grecia. Alcuni mesi fa il paese ha ricevuto gli aiuti finanziari da UE e FMI per salvare le banche. Il Portogallo ha un rendimento del decennale superiore al 12%. Come l’Irlanda è stato aiutato dalla troika, ma resta un emittente ad alto rischio soprattutto in caso di tracollo della vicina Spagna.
► INVESTIRE IN TITOLI DI STATO CON RENDIMENTO NULLO
C’è poi l’Italia, che ha il rendimento del decennale tornato nuovamente poco sotto la soglia del 6%. Il paese ha rating BBB+ secondo S&P, cioè lo stesso di Perù, Thailandia, Kazakhstan o Colombia. Sembra eccessivo ma il paese paga soprattutto il rischio di un contagio dalla vicina Spagna o dalla Grecia, ma anche un debito pubblico su livelli insostenibili nel lungo periodo e una crescita praticamente nulla. Infine, c’è la Spagna che sta facendo i conti con la grave crisi delle banche. Bankia, terza banca del paese, è stata nazionalizzata e la stessa sorte potrebbe toccare anche ad altre banche locali. Il decennale viaggia intorno al 6,5% e c’è il rischio che ben presto il paese debba essere aiutato da BCE-UE-FMI.