Risparmio gestito, titoli da amministrare e denaro liquido: queste tre componenti hanno consentito ai promotori finanziari di Banca Nuova di ottenere un importo complessivo pari a mezzo miliardo di euro, un valore davvero ragguardevole, soprattutto se si pensa che è riferito ai primi tre mesi di quest’anno. Entrando maggiormente nel dettaglio finanziario di questi dati, c’è da dire che l’ammontare maggiore è stato quello relativo alla liquidità (più di 210 milioni di euro), seguita a ruota dal risparmio gestito (170 milioni) e i titoli (118 milioni). Ad aprile, poi, gli stessi promotori dell’istituto di credito in questione, il quale fa parte del gruppo Banca Popolare di Vicenza, hanno dovuto fare i conti con una perdita contenuta di liquidità, superiore ai trentacinque milioni di euro.
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Questo vuol dire che ogni singolo professionista di Banca Nuova ha un portafoglio medio che si aggira sui 5,3 milioni di euro, un totale che deve essere preso in debita considerazione, dato che l’operatività non riguarda l’intero territorio nazionale e le offerte sono rivolte soprattutto alle aziende e meno agli investitori di tipo retail. I tipici business che hanno consentito di raggiungere obiettivi simili sono le nuove linee di finanziamento diversificate e una strategia di provvista pensata appositamente per le imprese.
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Banca Nuova, inoltre, si rivolge con interesse crescente anche alle amministrazioni locali, grazie a un supporto strategico dal punto di vista professionale e al finanziamento accurato di molti progetti infrastrutturali; questi ultimi sono più che mai richiesti nelle regioni meridionali e non è un caso che la sede legale dell’istituto si trovi a Palermo. Le possibili acquisizioni di Banca della Campania e della Banca di Sviluppo sono state accantonate, ma non si tratta di un fallimento, bensì di un atteggiamento prudente di fronte alla crisi economica, con i promotori finanziari che svolgono in tal senso un ruolo determinante.