Proseguono gli sforzi da parte delle istituzioni USA nel tentativo di porre le basi per la fine della crisi. Ieri si sono mosse sia la Federal Reserve che la FDIC. La Fed di Ben Bernanke ha ridotto i tassi di interesse di 50 punti base, portando l’obiettivo per i tassi overnight all’1%, il più basso dal giugno 2004. L’intervento di ieri era nell’aria ed è stato giustificato dalla necessità di sostenere i mercati finanziari, troppo colpiti dalla crisi e potenzialmente in grado di portare ulteriori riduzioni nella spesa, cosa che deteriorerebbe le prospettive di crescita dell’area USA. Parlando poi dell’inflazione la Fed ha dichiarato che per il quarto trimestre è atteso un rallentamento dell’indice dei prezzi dovuto sia al forte calo delle commodities che al cattivo andamento della crescita. Se l’inflazione risultasse effettivamente in rallentamento potremmo assistere ad un ulteriore taglio dei tassi.
Contemporaneamente alla mossa sui tassi di interesse la Fed ha agito anche sul mercato valutario, siglando currency swap con le banche centrali di Brasile, Messico, Corea del Sud e Singapore. Per evitare l’aggravarsi delle conseguenze della crisi economica questi paesi avranno accesso a 30 miliardi di dollari ciascuno che potranno essere impiegati per fornire liquidità, ma anche per alleggerire le pressioni in merito ai tassi di cambio.
Il Tesoro Usa e la Federal Deposit Insurance Corp (FDIC) hanno invece dichiarato che è allo studio un intervento sui mutui ad alto rischio finalizzato alla riduzione del numero di pignoramenti. L’intervento potrebbe portare a mettere in campo 500 miliardi di dollari di garanzie che andrebbero a toccare 3 milioni di mutui ad alto rischio rendendoli sostenibili da parte dei mutuatari. Sheila Bair, direttrice della FDIC ha parlato della necessità di modificare i prestiti su una scala sufficientemente ampia da avere un impatto significativo su tutto il sistema dei mutui. La modalità di attuazione resta ancora da decidere, anche se si pensa ad incentivi da dare ai prestatori per trasformare i mutui allungandone la durata e rendendone le rate meno costose. Si pensa poi a delle garanzie da dare ai clienti per tranquillizzarli sul fatto che cambiando la struttura del mutuo non andranno incontro a costi maggiori. Con questa mossa si mira a bloccare la crescita dei pignoramenti, mettendo un freno quindi alla caduta del mercato immobiliare USA. A tal proposito è utile sottolineare che ad Agosto, secondo l’indice Standard & Poor’s/Case-Shiller Home Price i prezzi delle case sono ulteriormente scesi, attestandosi ad un livello medio che del 16,6% più basso rispetto a quello dell’anno scorso.
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