Le pressioni sul titolo MPS in Borsa aumentano man mano che il processo di ricapitalizzazione sembra volgere ad una conclusione. Così il Fatto Quotidiano tenta di fare chiarezza:
Il segnale più preoccupante per il mercato finanziario, ormai in fuga disordinata dai titoli Mps, è la decisione di rimpolpare il patrimonio della banca con un nuovo ricorso ai cosiddetti Tremonti Bond. L’Eba, l’autorità bancaria europea, ha chiesto al Monte dei Paschi di fornirsi di 3,2 miliardi di euro di mezzi freschi per riportare a livelli di sicurezza il patrimonio. La azioni messe in campo da Viola avrebbero finora assicurato poco più di 2 miliardi. Per il miliardo mancante, scartata l’opzione dell’aumento di capitale, che il maggiore azionista, la Fondazione Mps, non sarebbe in grado di fronteggiare, si è deciso di farsi prestare i soldi dallo Stato
La critica riguarda ancora una volta direttamente i Tremonti Bond; secondo il giornale (e gli analisti) il prezzo da pagare per questa soluzione sarebbe troppo elevato. L’istituto ha già emesso Tremonti Bond per un importo complessivo prossimo ai 2 miliardi di euro ed un tasso dell’8,5% che diventerà a fine anno il 9%. Il costo annuale si stima in 250 milioni di euro per MPS e, secondo più parti, non sarebbe la soluzione ideale per la tenuta dei conti.
Buona parte delle tensioni che hanno spinto oggi il titolo stabilmente sotto a quota 2 euro fino a sfiorare 0.1940 euro, derivano anche dall’intervento di S&P su Banca MPS; l’agenzia ha messo il rating di lungo termine (BBB) e quello di breve termine (A-2) in credit watch negativo, costringendo gli investitori ad un dietro-front netto.
►MPS POTREBBE EMETTERE OLTRE 3 MILIARDI DI TREMONTI BOND
Tuttavia l’accordo con i creditori è stato raggiunto, proprio a ridosso della scadenza del 18 giugno scorso sui precedenti accordi standstill. La ristrutturazione del debito ha già fatto un passo avanti ed anche se costerà molto all’istituto l’effetto dovrebbe essere “garantito” e nel lungo termine anche S&P dovrà correggere il tiro.
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