Venerdì alle prime luci dell’alba i leader dell’Eurogruppo hanno approvato una serie di misure di salvataggio della zona euro, da oltre due anni finita nel mirino della speculazione internazionale a causa di un eccessivo indebitamento di alcuni stati membri. Tra le misure più importanti decise dai leader dell’UE-17 spicca il cosiddetto scudo anti-spread, ovvero quel meccanismo che potrà permettere di tenere sotto controllo i rendimenti dei titoli pubblici più esposti alla speculazione dei mercati. E’ nato da un’idea del premier italiano Mario Monti, appoggiato dal premier spagnolo e da quello francese.
Si chiama “anti-spread” perché ha l’obiettivo di ridurre il differenziale tra i rendimenti dei titoli di stato tedeschi (ovvero i Bund) e quelli degli altri paesi della zona euro. Ha una grande importanza, in quanto uno stato sovrano che paga tassi di interesse sul debito a medio-lunga scadenza superiori al 7% rischia la bancarotta. Alcuni paesi hanno dovuto già ricorrere agli aiuti finanziari della comunità internazionale (Irlanda e Portogallo) o addirittura procedere con una mega-ristrutturazione del debito (Grecia).
SCUDO ANTI-SPREAD APPROVATO DALL’EUROGRUPPO
Ma come funziona lo scudo? I paesi che hanno già avviato un programma di risanamento dei conti pubblici e che rispettano le raccomandazioni specifiche giunte dall’UE e dal Patto di stabilità, ma che tuttavia vedono crescere sempre i tassi di interesse sul debito, potranno chiedere ai fondi salva-stati europei EFSF ed ESM (tra qualche mese però l’EFSF smetterà di essere operativo) di acquistare i propri bond sovrani, in modo tale da far scendere i rendimenti. Fino ad oggi EFSF ed ESM potevano comprare bond, ma solo nell’ambito di un piano di salvataggio.
La procedura di intervento prevede la richiesta ufficiale di aiuti da parte dello stato in difficoltà, che dovrà poi sottoscrivere un memorandum of undestanding. Tuttavia, non dovrà sottostare a uno specifico programma di impegni di risanamento, né essere controllato ogni trimestre dalla troika (Bce-Ue-Fmi). Inoltre, non ci sarà nessun coinvolgimento del Fmi. Il firewall anti-crisi costituito da EFSF-ESM ha una potenza di fuoco di 700 miliardi di euro, ma 200 miliardi sono già impegnati.