Dublino torna a sorridere dopo circa due anni di inferno, schiacciata dal peso del deficit pubblico e di un settore bancario in macerie. Domani l’Irlanda tornerà sul mercato dei bond, dopo essere stata costretta ad abbandonare i mercati internazionali a seguito del piano di salvatagggio della troika, ovvero UE-FMI-BCE, da complessivi 85 miliardi di euro. Non accadeva da settembre 2010. Si tratterà però soprattutto di un test, visto che saranno emessi – come annunciato dall’agenzia per la gestione del debito (Ntma) – appena 500 milioni di euro di T-bills trimestrali.
La scadenza dei bond trimestrali sarà ottobre 2012. C’è sicuramente maggiore fiducia dopo il vertice UE di venerdì scorso, che fa ora ben sperare in sconti sul massiccio debito bancario e in un calo dei rendimenti. L’Irlanda ha seguito la strada del rigore, dopo essere stata costretta a chiedere il salvataggio per il collasso del sistema finanziario che minacciava di mandare in bancarotta il governo. La strada dell’austerity imposta dalla troika – attraverso 67,5 miliardi di prestiti triennali a basso costo e 15 miliardi di tagli in 4 anni – ha dato ottimi risultati.
Il rapporto deficit/pil è passato dal 32% del 2010 all’8,3% stimato per fine 2012. Dal 2011 le esportazioni sono tornate a crescere, seppur lievemente dello 0,7%. Dublino ora vuole evitare un nuovo bailout e tornare a finanziarsi autonomamente a partire da quest’anno o ad inizio 2013. Ieri il rendimento dei titoli di stato irlandesi a 9 anni, ovvero la scadenza più vicina al benchmark decennale, è sceso fino a toccare il 6,17%. Si tratta del livello più basso da ottobre 2010.
Un anno fa il tasso era sopra il 14%, mentre lo scorso 28 giugno era intorno al 7,1%. Secondo gli esperti, la diminuzione dei tassi sui titoli a media-lunga scadenza di Dublino è da ricondurre all’esito del vertice di Bruxelles dello scorso 28-29 giugno. Il via libera alla ricapitalizzazione diretta delle banche da parte del fondo salva-stati ESM dovrebbe favorire anche la ripresa del settore bancario irlandese.