Negli ultimi giorni stiamo assistendo a diversi segnali di distensione sui mercati finanziari, a seguito delle rassicurazioni di Mario Draghi sul futuro dell’euro. Sebbene sui mercati prevalga ancora un certo stato di confusione, è avvenuta un’importante ripresa delle borse e dei bond, soprattutto quelli dell’Europa periferica che fa ben sperare per le prossime settimane. Se prevarrà uno scenario di maggiore positività sui mercati, i risparmiatori italiani potrebbero approfittarne per mettere in portfolio una serie di bond attualmente a prezzi di saldo.
Gli esperti consigliano di posizionarsi sulla parte breve della curva dei rendimenti, ovvero titoli di stato con scadenza a 3-5 anni, soprattutto se lo spread Btp-Bund dovesse continuare a scendere (attualmente siamo tra 470 e 450). Secondo Marco Toledo di Tosetti Value Sim, è preferibile avere in portafoglio titoli di stato italiani con durata massima di tre anni. Secondo l’esperto “le probabilità di un default dell’Italia, infatti, in questo periodo temporale sono veramente basse”.
Per quanto riguarda i bond della zona euro, l’esperto consiglia “scadenze corte anche per i Bund tedeschi o per i corporate bond solidi come quelli di Volkswagen o dei farmaceutici”. Se per Bot e Btp esiste un rischio di credito, per i bond tedeschi (o affini) c’è un rischio finanziario, a causa dei rendimenti sui minimi storici su diverse scadenze (fino ai due anni i tassi netti sono negativi). Anche molti money manager professionali guardano con interesse ai tassi a breve termine. Ubs suggerisce di puntare su bond con durata massima fino a 5 anni, piuttosto che scadenze fino a 10 anni.
Secondo Mauro Vittorangeli, chief investment officer di AllianzGI Italy Sgr, “la grossa differenza tra Italia e Germania in questa fase è che la curva a breve è moltopiù ripida. Il titolo a 5 anni oggi in Italia paga sopra il 5% ed è la parte che ha avuto il massimo danno dalla crisi dei debiti sovrani. E’ ovvio quindi che se la situazione dovesse normalizzarsi con una riduzione degli spread, i maggiori benefici si avrebbero acquistando titoli tra tre e cinque anni”.