La scorsa settimana il numero uno della BCE, Mario Draghi, ha rassicurato gli investitori mondiali sul futuro dell’euro. Secondo Draghi l’euro è irreversibile e nessun paese uscirà dall’unione monetaria. Le parole del governatore dell’Eurotower hanno creato i presupposti per un entusiasmante rally sui mercati finanziari. Il nuovo clima di risk on generalizzato, che ha spazzato via dal mercato i principali speculatori ribassisti, ha facilitato l’ascesa delle borse, dei bond, delle commodity, dei carry trade e delle valute più speculative.
Alla luce dell’effetto-Draghi, quali prospettive è possibile delineare per il mese di agosto sul tasso di cambio euro/dollaro? Sebbene ieri è avvenuto un ritorno delle vendite sul cambio, da additare per lo più a prese di beneficio post-rally degli ultimi giorni della scorsa ottava, il trend emergente rialzista potrebbe consolidarsi nelle prossime settimane per allontanare le quotazioni dall’area di supporto psicologica di 1,20. L’inversione a “U” della speculazione ribassista – attraverso la liquidazione delle grandi posizioni short di medio periodo – dovrebbe favorire la ripresa delle quotazioni.
Da un punto di vista tecnico, il cambio euro/dollaro dovrebbe superare la resistenza di area 1,2330 – 1,2350 per dare concretezza alle velleità di rialzo future. Venerdì scorso il cambio è volato fino in area 1,2390, sfiorando così la soglia psicologica di 1,24. In caso di chiusura giornaliera superiore a 1,2350, è molto probabile che i prezzi possano spingersi subito fino a 1,24 e magari fino alla successiva resistenza di area 1,2440-50. Il numero dei compratori potrebbe aumentare ancora, ma solo in caso di consolidamento sopra 1,2350 – 1,24.
Per il mese di agosto si può ipotizzare, dunque, un consistente rimbalzo tecnico con il ritorno delle quotazioni verso area 1,25 – 1,2550. L’andamento del cambio euro/dollaro nelle prossime settimane dipenderà anche dalle prossime mosse della BCE e della FED, anche se gli analisti finanziari non si aspettano grandi novità fino a settembre. Lo spauracchio della speculazione ribassista non è stato però scacciato del tutto: un minimo passo falso da parte dei policy makers continentali potrebbe ripristinare la precedente tendenza in pochissimo tempo e riportare le quotazioni verso il target di 1,20.