Continuano le difficoltà di Borsa per il titolo Mediobanca. Le motivazioni sono riconducibili ancora una volta alle turbolenze che stanno coinvolgendo i vertici dell’istituto di credito, con la notizia che l’amministratore delegato della banca di Piazzetta Cuccia, Alberto Nagel, è indagato per ostacolo alle autorità di vigilanza, in concorso con Salvatore Ligresti. Ne è conseguito un brusco calo delle quotazioni delle azioni della banca, worst performer tra le blue chip.
Difficile, d’altronde, nascondere o sminuire l’importanza di quanto sta accadendo ai massimi vertici della banca. Appena ieri Alberto Nagel è stato interrogato per ben sei ore dal sostituto procuratore Luigi Orsi presso la caserma del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Milano. Il manager è uscito alle ore 22 senza rilasciare alcuna dichiarazione in merito al documento intorno al quale ruota l’intera vicenda.
Il documento in questione espliciterebbe l’accordo segreto raggiunto con Salvatore Ligresti, e sottolineerebbe altresì il riconoscimento alla famiglia Ligresti di un bonus di buona uscita da 45 milioni di euro, oltre ad alcuni benefit in cambio del via libera al matrimonio contestato tra il gruppo Premafin – FonSai, e quello Unipol (qui il nostro speciale sull’ok di Antitrust e Isvap). Nagel ha negato la possibilità di aver stipulato alcun accordo o patto con i Ligresti, in merito all’integrazione sopra ricordata.
La difesa formale di Piazzetta Cuccia non si è d’altronde fatta attendere, con una nota nella quale si replicava come “in data 17 maggio 2012, su richiesta di Jonella Ligresti, Alberto Nagel ha siglato, esclusivamente per presa di conoscenza, la fotocopia di un foglio di carta dalla stessa manoscritto che riportava un elenco di desiderata della famiglia Ligresti”. Ancora, le “richieste” – prosegue la nota – “in parte note e non destinate a Mediobanca, che non è parte di alcun accordo con la famiglia in questione, né quindi impegnative per l`Istituto. Elenco che, tenuto conto anche della risposta della Consob al quesito di Unipol del 24 maggio 2012, non si è mai tradotto in alcuna ipotesi di accordo con Mediobanca, Unicredit o Unipol Gruppo Finanziario”.
Gli analisti sono tuttavia concordi nel ritenere come la notizia potrebbe generare un ricambio al vertice.