Dopo l’ennesimo downgrade del settore bancario da parte delle agenzie di rating USA gli investitori si sono convinti che l’influenza di Standard & Poor’s piuttosto che di Moody’s o Fitch si è ormai ridotta al minimo. La reazione del mercato è stata pressochè nulla alla diffusione delle notizie riguardanti il settore bancario Europeo ed i debiti sovrani del Vecchio Continente, a conferma che le influenze che muovono il mercato azionario sono da tutt’altra parte.
Un fattore invece da controllare attentamente è quello degli istituzionali; le banche d’affari oltre ad avere una forte influenza con le loro raccomandazioni, possono compromettere il mercato in maniera diretta, comprando o vendendo una grande quantità di titoli (siano azionari o di Stato).
Proprio per questo motivo la notizia di oggi riguardo l’esposizione di Goldman Sachs sui titoli di Stato Italiani non passa inosservata e lancia l’allarme affidabilità. La riduzione drastica dell’esposizione della banca d’affari sul mercato dei titoli di Stato Italiani fa’ pensare ad un crollo delle aspettative di ripresa del Bel Paese, anche se la lettura del dato in questo senso sarebbe piuttosto chiusa. Il motivo per cui Goldman Sachs ha ritirato parte dei suoi acquisti sul MOT potrebbe derivare da nuove opportunità o più semplicemente da un cambio di portafoglio ciclico che viene costantemente attuato sui grandi investimenti.
Se Goldman Sachs vende titoli però, chi è che li compra? Secondo i primi dati emersi parte di questi potrebbe essere stata acquistata dalle banche italiane, che a fine giugno 2012 contavano titoli di stato italiani per 316 miliardi di euro contro i 302 miliardi di euro di Maggio scorso. L’esposizione di Goldman Sach è passata da 2,51 miliardi di dollari a 191 milioni di dollari, ma non è detto che nei mesi a venire la tendenza non si invertirà e sopratutto non si conosce ancora l’operato delle altre banche d’affari, necessario per valutare la sfiducia reale verso l’Italia.