Continua la guerra aperta tra i sindacati e il Monte dei Paschi di Siena, con i primi che accusano il top management dell’istituto di credito toscano di “giocare allo sfascio”. Un’accusa piuttosto dura – tutt’altro che inattesa – che è giunta a margine delle dichiarazioni dell’amministratore delegato Fabrizio Viola al quotidiano economico finanziario Il Sole 24 Ore, nelle quali il manager, secondo i sindacati, avrebbero confermato “non solo il progetto sulla esternalizzazione del back-office, ma addirittura l’outsourcing dell’intera struttura del Consorzio Operativo e di altre attività”.
I sindacati, proseguono in una nota, definiscono incompatibili con l’avvio di positivi negoziati simili posizioni. “Con tali dichiarazioni” – proseguono – “verrebbero quindi meno le aperture che la delegazione datoriale avrebbe effettuato durante la trattativa in corso sul Piano Industriale, tesa ad individuare soluzioni alternative sul tema delle esternalizzazioni”. Per questo sono frasi ”estremamente gravi” e ”del tutto inaccettabili”.
Ancora, secondo i sindcatai “l’amministratore delegato, e con lui tutto il management, mira in questo modo a screditare il negoziato, ponendosi come controparte non affidabile e non credibile, e mettendo una pesante pregiudiziale circa il costruttivo prosieguo del confronto. Se a tutto cio’, si assommano anche le gravi e contraddittorie affermazioni enunciate dal Presidente Profumo in recenti occasioni, circa lo stato di salute della Banca ed il suo possibile sviluppo futuro, si comprende come mai la preoccupazione che serpeggia fra i Colleghi sia destinata ad incrementarsi”.
Come riportato dall’agenzia di stampa Asca, infine, i sindacati concludono la propria posizione definendo tali comportamenti come gesti che fanno passare “in secondo piano i dati dell’ultima semestrale che, anche alla luce delle svalutazioni effettuate, denotano comunque un risultato negativo sull’attività caratteristica, totalmente imputabile al nuovo corso avviato dall’attuale management”. Domani è previsto un nuovo incontro tra i rappresentanti della banca e i sindacati aziendali.
Qui un focus recente: MPS, nessun socio con quote oltre il 2%.