Cassa Depositi e Prestiti ha venduto l’1,7% di Eni ncassando 1,096 miliardi di euro. La notizia è arrivata a chiusura dei mercati ieri sera. La società guidatata da Giovanni Gorno Tempini ha comunicato di aver venduto sul mercato azionario 61.744.750 azioni tra il 7 agosto e il 13 settembre. La cessione della quota dell’1,7% rientra nell’ambito dell’operazione di scorporo di Snam Rete Gas dal Cane a Sei Zampe sostenuta dal governo ed è relativa alla quota eccedente del 30% del capitale di Eni, raggiunta da Cdp e Mef dopo l’annullamento del 9,24% di azioni proprie di Eni avvenuto a metà luglio scorso.
Cdp ha ora ridotto la sua partecipazione a 994.434.728 azioni, che corrispondono al 27,36% del capitale. Nell’ambito dell’operazione di cessione del 30% meno un’azione di Snam Rete Gas da Eni a Cdp, la spa di Via Goito si è impegnata a versare 3,5 miliardi di euro al colosso energetico guidato da Paolo Scaroni di cui 2 miliardi circa sarebbero dovuti arrivare proprio dalla cessione della quota eccedente il 30% di Eni detenuto da Cdp con il Mef, mentre gli altri 1,5 miliardi arriveranno dal cash flow derivante dalla cessione di altri asset e dai dividendi.
Il collocamento della quota dell’1,7% è stato eseguito ad un prezzo medio di 17,76 euro, con un premio di circa 0,3 euro per azione rispetto alla quotazione media di mercato del periodo. I volumi giornalieri ceduti da Cdp non hanno mai superato il 30,5% dei volumi totali scambiati sul mercato. La cessione della quota è stata gestita da Jp Morgan, una delle banche d’affari che vanta una competenza consolidata nel tempo nel segmento equity capital market.
Altre banche d’affari avevano bussato alla porta di Cdp per occuparsi del deal, ma alla fine l’incarico è andato a Jp Morgan, che è anche il leader per percentuali di volumi di borsa scambiati su Eni, insieme a Credit Suisse e SocGen. Dopo la vendita della quota dell’1,7%, Cdp dovrà ora procedere con la cessione del restante 1,6%, ovvero 58.255.250 azioni.