In meno di due mesi le azioni degli istituti di credito italiani hanno recuperato praticamente tutte le perdite o quasi accumulate fino a quel momento, grazie al lancio del piano anti-spread da parte della BCE e del terzo round di allentamento monetario (QE3) della Federal Reserve. La fiducia è tornata tra gli investitori, che nelle ultime settimane hanno fatto incetta di titoli bancari italiani. Tuttavia, molti broker e banche d’affari hanno ora visioni differenti sulle possibilità di proseguimento del rally per l’ultimo trimestre dell’anno in corso.
Alcune banche d’affari ritengono sia arrivato il momento di monetizzare e di restare nuovamente alla larga dalle azini bancarie italiane, in quanto molti titoli sono ora sopravvalutati rispetto al loro reale valore. Tra i titoli che piacciono meno agli analisti c’è Banca Mps, protagonista di un boom in borsa superiore al 105% a partire dai minimi storici di 0,1432 euro toccati il 23 luglio scorso. La maggior parte delle banche d’affari consiglia di vendere le azioni Mps, assegnando un prezzo obiettivo che mediamente si aggira sotto 0,2 euro.
Tra i titoli che potrebbero aver raggiunto un top di periodo c’è anche Banco Popolare, che dai minimi storici di 0,7915 euro del 23 luglio ha guadagnato più del 70% a Piazza Affari. Nelle prossime settimane non va escluso un robusto ritracciamento delle quotazioni verso 1,1 euro. Negli ultimi due mesi circa ha fatto benissimo anche il titolo Unicredit, che è salito fino a 3,9 euro da area 2,25 euro di fine luglio scorso guadagnando più del 73%. Il titolo sembra destinato a ritornare almeno in area 3,3 euro.
Tra i titoli bancari più inteeressanti troviamo Intesa SanPaolo, che piace a molte banche d’affari. Tuttavia, anche in questo caso la valutazione attuale del titolo in borsa è eccessiva, considerando anche il rally del 64% da fine luglio scorso. Le azioni Intesa SanPaolo potrebbero salire anche in area 1,5 – 1,6 euro nelle prossime settimane, ma prima è auspicabile un ritorno in area 1,2 – 1,1 euro per formare una nuova robusta base accumulativa. In generale, le banche italiane stanno lavorando molto per rafforzare i ratios patrimoniali, ma molti problemi strutturali restano per cui è meglio fare attenzione ed evitare di esporsi eccessivamente su questo settore ancora troppo volatile.