Eni vuol rendere la raffineria di Venezia il primo caso al mondo di riconversione ecoenergetica di un impianto tradizionale. Una struttura che – grazie all’impiego di 100 milioni di euro – potrebbe pertanto diventare la capostipite di una serie di “bioraffinerie” finalizzate alla produzione di carburanti innovativi e di elevata qualità. Ad illustrarlo è stato il management della società dinanzi a istituzioni e organizzazioni sindacali, in una riunione nella quale sono state evidenziate le caratteristiche della tecnologia ecofining, sviluppata e brevettata interamente all’interno delle strutture Eni.
“La Green Refinery partirà con una prima fase di conversione degli impianti esistenti che sarà avviata nel secondo trimestre del 2013” – preannuncia Il Sole 24 Ore – “completata entro la fine dello stesso anno. Fino al momento di avvio della conversione – precisa l’azienda – «la raffineria continuerà a produrre secondo le modalità tradizionali». In una delle aree venete più provate, è un primo segnale di inversione di tendenza. Il nuovo impianto green – precisa Eni – consentirà di mantenere sul sito di Venezia un’attività industriale economicamente sostenibile a lungo termine e a basso impatto ambientale: una prospettiva tutt’altro che scontata alla luce della crisi e della progressiva deindustrializzazione del sito”.
Sempre stando a quanto progettato da Eni, la produzione dei biocarburanti inizierà dal 1 gennaio 2014 e, gradualmente, subirà un progressivo incremento grazie all’entrata in funzione di nuovi impianti che saranno realizzati nell’ambito del progetto, e che saranno portati a conclusione entro il primo semestre del 2015. All’attività della bioraffineria sarà inoltre affiancato un polo logistico, che permetterà l’assorbimento di circa 300 addetti.
Sostanzialmente soddisfatti i sindacati, con Massimo Meneghetti, di Femca Cisl, che sottolinea come “dopo anni di continue dismissioni arriva un progetto industriale innovativo, rispettoso del territorio, ad alto profilo tecnologico e che permette di avviare finalmente il processo di riconversione industriale di Porto Marghera. Si tratta di un importante punto di partenza: da una parte Eni dovrà rispettare gli impegni oggi assunti dandone piena attuazione, dall’altra ci aspettiamo risposte concrete da parte delle istituzioni locali e dal Governo sulla concessione rapida delle autorizzazioni necessarie. Lavoreremo per sostenere il successo dell’iniziativa, ma saremo altrettanto determinati nel seguirne le evoluzioni contrastando ogni ostacolo che ne pregiudicasse il buon esito finale. Come Federazione ci auguriamo che questo sia il primo tassello di un quadro più complessivo che serva da stimolo nell’attirare nuovi investimenti da parte di altre realtà industriali”.