Frenare la speculazione e gli scambi ultraveloci che dominano i mercati. E’ questo l’obiettivo che si è posto la commissione affari economici e monetari dell’Europarlamento (Econ), che ha approvato il testo emendato della nuova direttiva Mifid sui servizi finanziari e il relativo regolamento (Mifir). E’ stato così colpito in modo deciso il trading ad alta frequenza, noto anche come high frequency trading. Questo sistema di investimento ha raggiunto ormai più del 40% del totale degli scambi sulle borse europee.
Secondo gli addetti ai lavori, gli scambi ultraveloci sono la causa dell’eccessiva volatilità presente da qualche anno sui mercati finanziari. L’emendamento impone di mantenere una posizione aperta da poco sul mercato per almeno mezzo secondo, o 500 millisecondi. Se questo emendamento sarà definitivamente confermato, verrà inferto un colpo mortale al sistema di high frequency trading. Questo sistema di investimento è caratterizzato da contrattazioni ad altissima velocità, gestiti attraverso computer e sulla base di algoritmi.
Alcune società di trading hanno sviluppato tecnologie specializzate per cogliere movimenti qiasi impercettibili dei mercati su numerose attività, come le azioni, le valute e le commodity. Tentano di sfruttare a proprio vantaggio e con grandissima rapidità di esecuzione alcuni segnali riscontrabili nell’infrastruttura tecnologica che governa le transazioni. Passi in avanti per regolare i sistemi di high frequency trading sono stati fatti anche in Germania, dove il governo ha imposto la registrazione obbligatoria dei trader. Tuttavia, in sede europea, la decisione finale dovrebbe arrivare solo nella prossima primavera.
A Wall Street il trading è sempre più nelle mani dei robot. L’intervento umano è sempre meno richiesto, tanto è vero che si stima che nelle principali borse americane gli ordini eseguiti dai sistemi di trading ad alta frequenza abbiano raggiunto una quota del 75% degli scambi totali. In Italia, invece, il trading fatto da sistemi automatici non è molto diffuso. Intanto, la Fia Epta, ovvero l’associazione europea dei trader, ha dichiarato che le misure contro il trading superveloce sono dettate dall’emotività e da una “retorica populista”.