Partenza sprint alla borsa di Milano per il titolo Parmalat (codice di borsa “PLT”), che guadagna il 3,5% a 1,745 euro in avvio di contrattazioni a Piazza Affari. A dare slancio alle azioni dell’azienda di Collecchio sono le indiscrezioni relative alla possibilità di un delisting dal listino azionario milanese FTSE MIB. Il colosso alimentare francese Lactalis, che controlla la società italiana, potrebbe annunciare a breve l’operazione per allontare le forti pressioni che ormai arrivano da più parti, tra le lamentele degli investitori istituzionali, l’occhio vigile del governo e della Consob.
Per sbloccare l’impasse, Lactalis potebbe così decidere di portare via Parmalat da Piazza Affari. A complicare ulteriormente le cose ci ha pensato la magistratura. Infatti, secondo quanto riportato da Il Sole-24 Ore, la Procura di Parma avrebbe aperto un fascicolo sul caso Lag, acquistata con una maxi-operazione da 960 milioni di dollari ma con possibile conflitto di interesse.
La Consob da tempo è preoccupata per l’uso delle risorse dell’azienda, considerando il famoso “tesoretto” nelle casse di Parmalat pari a 1,4 miliardi di euro. L’acquisizione cash di Lag va sicuramente ad intaccare questo tesoretto. A questo punto alcuni broker, tra i quali Websim-Intermonte, credono che sia possibile un delisting dell’azienda italiana. Bisogna considerare anche che i Barnier, la famiglia francese che ha in mano Lactalis, non amano certo la visibilità.
Lactalis non è quotata in borsa e non deposita un bilancio da 10 anni. L’idea di delistare Parmalat è probabilmente al vaglio del top management dei francesi da diverso tempo, ma ora i tempi potrebbero essere maturi per portare avanti l’operazione. Tuttavia, il delisting potrebbe essere costoso: Parmalat vale più di 1,7 euro, cioè circa 500 milioni, senza contare il premio per il mercato e per i possessori di warrant (almeno altri 100 milioni). Probabilmente è un esborso eccessivo per i francesi, dopo l’Opa su Parmalat da 3,7 miliardi di euro e un debito di quasi 6 miliardi.