Secondo quanto affermano alcune voci diffuse negli ultimi giorni, la fusione tra la Fiat Industrial e la controllata Cnh potrebbe non esser così vicino come appare. Della notizia si son certamente resi conto gli azionisti della società torinese, che hanno assistito, venerdì scorso, a una rapida diminuzione del valore di Borsa dei propri titoli. A penalizzare la capitalizzazione di mercato, le voci secondo cui la fusione – che sarebbe stata programmata entro la fine del 2012 – potrebbe essere ritardata (almeno) al 2013, visto e considerato che gli amministratori indipendente della società americana avrebbero sollevato alcune questioni riguardo alla valutazione.
“La notizia non è positiva per Fiat industrial, ma riteniamo che ci sia la possibilità di un miglioramento dell’offerta: la nostra stima basata su un ratio 4:1 porta a un effetto positivo del 2-3% sull’eps, del 5-6% post sinergie; in caso di un ratio più favorevole, per le minoranze Cnh l’operazione sarebbe neutrale sull’eps e leggermente accrescitiva post sinergie” – riporta il quotidiano Italia Oggi segnalando i commenti degli analisti di Intermonte – “Crediamo che la notizia possa impattare negativamente sul prezzo dell’azione, dato che l’annuncio del merger è stato un catalizzatore positivo per l’andamento del titolo. Ci aspettiamo di ricevere un aggiornamento dal management riguardo la tempistica dell’accordo durante la presentazione dei risultati del terzo trimestre” – segnalano invece gli analisti di Kesper sulle pagine dello stesso quotidiano.
Secondo invece le stime formulate da Mediobanca, il rapporto di concambio dovrebbe esser fissato tra quota 3,84 e quota 3,88, includento il rapporto implicito nel prezzo di mercato corrente, pari a 3,85. Considerata la diluizione dell’Eps per Cnh, tra il 5 per cento e il 10 per cento, infine, un buon rapporto di cambio potrebbe essere compreso tra 4,04 e 4,23.
Più volte abbiamo avuto l’occasione di parlare dei titoli Fiat nel corso delle ultime settimane: qui, ad esempio, l’approfondimento sullo strano rapporto tra Fiat e il mercato americano.