L’Eurozona si riprenderà, ma sul futuro dell’area rimangono rischi evidenti. Ad affermarlo è stato il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, nel suo previsto intervento all’Europarlamento, sottolineando come “la rivitalizzazione del credito è cruciale per la ripresa”. Il numero uno della Bce rende inoltre merito ai progressi compiuti nella strada della comprensione e della prevenzione dei rischi sistemici. Un colpo al cerchio e uno alla botte per quanto riguarda la Grecia, che sta compiendo importanti sacrifici, ma deve fare ancora di più.
L’Eurozona e la sua struttura economico finanziaria, afferma Draghi, “continuano a trovarsi di fronte a tempi impegnativi” ma è innegabile, ha proseguito il numero 1 dell’Eurotower, che vi siano “anche ragioni per avere fiducia”, a patto che i decisori politici “continuino ad attuare le misure concordate” in materia di risanamento fiscale, riforme strutturali e del sistema finanziario e lo sviluppo del quadro istituzionale Ue, senza alcuna battuta d’arresto.
Draghi ha poi parlato del meccanismo unico di supervisione bancaria dell’Unione Europea, definendolo come “molto importante”, e auspicando che entri in vigore – come previsto – il primo gennaio 2013. “Rivitalizzare l’erogazione di credito è cruciale per la ripresa economica” – ha poi aggiunto Mario Draghi nel suo ascoltatissimo intervento.
Il banchiere centrale si è poi soffermato sul programma di acquisto di bond della Bce, l’Omt, che fornisce all’eurozona una rete di protezione “pienamente efficace” per “evitare scenari distruttivi”. L’Omt però “non compenserà la mancanza di consolidamento fiscale” – ha dichiarato Draghi, spegnendo in tal modo i facili entusiasmi sulla panacea rappresentata dall’Omt (vedi anche il nostro approfondimento: nessun tetto allo spread?).
Infine, per quanto concerne Atene, Draghi ha dichiarato che la Grecia ha fatto “progressi visibili e significativi” nel processo di riforme ma deve “fare di più”. Per poter affermare un giudizio puntuale, e fornire una valutazione finale, ha poi concluso, non si potrà far altro che attendere il rapporto congiunto della Troika, dal quale dipenderanno le sorti dei nuovi aiuti verso Atene e ,di conseguenza, la bancarotta (o meno) della nazione.