La Banca Centrale Europea ha pubblicato il suo periodico bollettino mensile nel quale ha avuto modo di registrare i “progressi rimarchevoli nella correzione del costo del lavoro”, e sottolineare come “per aumentare la competitività dei Paesi dell’Eurozona più colpiti dalla crisi occorrono riforme incisive dei mercati del lavoro e dei beni e servizi”. L’istituto guidato da Mario Draghi si è poi soffermato sulle riforme strutturali, “altrettanto essenziali del risanamento dei conti pubblici e delle misure tese a migliorare il funzionamento del settore finanziario”.
Ancora, nel bollettino la Bce scrive che il Fondo Monetario Internazionale sarà coinvolto nell’applicazione del programma anti spread, con il programma di assistenza finanziaria che tuttavia sarà interrotto “in caso di inosservanza del programma” (qui il nostro focus: nessun tetto allo spread?).
Per quanto concerne i Paesi più in difficoltà, la Bce rileva che fra fine agosto e inizio ottobre la Grecia avrebbe riportato il calo maggiore dello spread, pari a oltre 400 punti base, e che “anche l’Italia e la Spagna hanno registrato riduzioni significative, superiori a 100 punti base”.
Infine, “gli ultimi indicatori economici per l’Eurozona confermano il perdurare della debolezza dell’attività nel terzo trimestre, in un contesto caratterizzato da elevata incertezza. I rischi per le prospettive economiche sono orientati al ribasso. Il consiglio direttivo si attende che l’andamento dell’economia dell’area rimanga contenuto nel breve periodo e che successivamente evidenzi un recupero solo molto graduale”.
Un’ultima annotazione è poi riconducibile alle condizioni del mercato del lavoro, con la Bce che ricorda come tra l’inizio della crisi economica e finanziaria nel 2008 e il primo trimestre del 2012 il numero di posti di lavoro nell’area dell’euro si è ridotto di oltre 4 milioni di unità. L’occupazione, infatti, è diminuita del 2,8% rispetto al livello massimo del primo trimestre del 2008. Nel secondo trimestre del 2010, la disoccupazione di lunga durata nell’area dell’euro ha raggiunto il 67,3 per cento della disoccupazione totale, con incremento di 7 punti percentuali rispetto al primo trimestre del 2008.