Il consiglio di amministrazione di Camfin, holding che fa capo a Pirelli, ha dato il via libera all’emissione del prestito convertibile oggetto di un’accesa disputa tra il board capitanato da Marco Tronchetti Provera e il socio genovese Malacalza. Il convertendo servirà per rimborsare una parte dei debiti contratti verso le banche. Hanno votato contro l’emissione del prestito Vittorio e Davide Malacalza e Antonio Castelli. Il collocamento del prestito convertibile in azioni Pirelli fuori patto (5,85%) si farà e dovrebbe avvenire già oggi.
Il convertendo sarà emesso dal veicolo Cam 2012, interamente controllato da Camfin che ad ogni modo sarà garante dell’intero importo del prestito. Unicredit, Bnp Paribas e Banca Imi (gruppo Intesa SanPaolo) si occuperanno dell’operazione. L’obbligazione avrà un importo nominale massimo di 150 milioni di euro e sarà rivolto a investitori professionali italiani ed esteri. Il bond sarà quotato sull’Open Market della Frankfurt Stock Exchange. La durata del prestito dovrebbe essere di 5 anni. La cedola a tasso fisso sarà decisa all’atto dell’emissione, ma dovrebbe essere compresa tra il 5% e il 6%.
La conversione in azioni Pirelli non sarà obbligatoria. Tuttavia, in caso di richiesta da parte degli investitori, Camfin dovrà corrispondere all’obbligazionista un importo pecunario relativo alla consegna di azioni della Bicocca. Una parte dell’introito derivante da questa emissione, pari a 132,4 milioni di euro, servirà per rimborsare la linea A dl finanziamento bancario tutt’ora in essere. Il residuo di circa 17,6 milioni di euro sarà utilizzato da Camfin per rafforzare il patrimonio di Prelios, controllata con una quota del 12% oltre al patto di sindacato che raggruppa il 21,29% del capitale.
Le banche creditrici hanno autorizzato l’emissione del convertendo e alla fine hanno deciso di rivedere il precedente accordo quadro firmato nel 2009, modificando il contratto di finanziamento. Appena dopo l’approvazione del prestito da parte del cda, i Malacalza hanno abbandonato subito la riunione e hanno intenzione di proseguire la battaglia legale contro Camfin ritenendo che la strada più giusta da seguire fosse quella dell’aumento di capitale. Ieri le azioni Camfin hanno segnato un calo dell’1,23% a a 0,4905 euro.