Secondo quanto annunciato da Milano Finanza, Fiat sarebbe in trattative per costruire uno stabilimento nei pressi della metropoli russa di San Pietroburgo. La mossa potrebbe essere la leva decisiva per rafforzare la propria posizione sul mercato russo, in grado di garantire alle compagnie auto un tasso di crescita a due cifre. In crisi sul territorio nazionale, il gruppo guidato da Sergio Marchionne cerca così di trovare fortuna al di fuori dai patri confini, auspicando di poter finalizzare l’intesa per il nuovo sito produttivo entro la fine dell’anno.
A Londra per la conferenza annuale della Camera di Commercio italiana, Marchionne avrebbe posto l’accento sulla necessità di un sistema di lavoro sufficientemente flessibile per seguire adeguamente le evoluzioni congiunturali. “Non mi interessa chi paga, che paghino le aziende. Ma diamo loro l’opportunità di operare”, ha affermato sottolineando che in questo mercato globale servono nuovi target e nuove tattiche. “La crisi dal 2008 in poi non è ancora finita e oggi c’è una piccola speranza che i mercati tornino ai livelli pre-crisi nel 2014” – ha aggiunto Marchionne (qui il nostro approfondimento sul recente taglio del rating societario da parte di Moody’s).
Con queste parole, ricorda Milano Finanza, il manager “ cerca di scongiurare un ritorno al 2004, quando la società stava per fallire. Tuttavia Fiat stima che il brand quest’anno in Europa perderà 700 milioni. “L’Italia si trova nella peggior situazione economica degli ultimi 50 anni insieme alle altre potenze europee, da parte della Fiat l’obiettivo è di bilanciare target economici e responsabilità sociali”, ha spiegato Marchionne puntualizzando che la proposta presentata al governo per il rilancio della produttività del gruppo Italia è valida e bisogna trovare un’intesa al più presto”.
“A suo avviso” – conclude il quotidiano – “comunque non bisogna intervenire solo a livello italiano, ma a livello europeo per proteggere l’industria dell’automobile. “Dobbiamo dare inizio a un processo di razionalizzazione e consolidamento simile a quello varato negli anni Novanta per il settore dell’acciaio. La Commissione europea deve garantire eguali condizioni a tutti i produttori e bloccare i tentativi di ogni singolo stato membro di creare condizioni più favorevoli a danno degli altri”, ha ribadito l’ad del Lingotto”.