Bp e Rosneft avrebbero trovato un accoro miliardario che disciplinererà la vendita della quota del 50% che la Bp detiene nella joint venture Tnk–Bp. Alla compagnia britannica dovrebbero andare tra gli 11 e i 16 miliardi di dollari, oltre a una quota tra il 10 e il 20 per cento della società russa. Il consiglio di amministrazione della major si è infatti espresso a favore della cessione alla controparte russa della propria quota nella jv sopra ricordata, attualmente terzo produttore petrolifero russo, dietro Rosneft e Lukoil.
Attualmente, le due società stanno ultimando gli ultimi particolari della transazione, che sarà complessivamente valutata intorno ai 28 miliardi di dollari (non tutti in liquidità). Una parte del controvalore sarà versato in contanti, mentre la rimanente quota sarà versata in azioni della società russa. Bp ha attualmente una piccola partecipazione nella Rosneft (inferiore al 2 per cento) e stando alle ultime notizie si appresterebbe a salire tra il 16 e il 20 per cento.
Non solo: l’accordo conterrebbe anche una clausola di protezione in favore Bp, in maniera tale da proteggere la società britannica da eventuali rivendicazioni degli altri partner nella società petrolifera. Una quota del 50 per cento nella jv è infatti in possesso di un gruppo di ricchi miliardari riuniti nel consorzio Aar, che hanno dato via a una serie di rapporti mai pacifici con l’istituto britannico. Rosneft ha tuttavia una pre-intesa con Aar allo scopo di acquistare l’intera Tnk-Bp, la società petrolifera che può vantare una gestione turbolenta, ma risultati finanziari invidiabili.
Rosneft mira pertanto a guidare la società controllata verso la leadership internazionali dei grandi produttori quotati in Borsa, superando addirittura PetroChina e ExxonMobil. Successivamente la Russia vorrebbe ridurre la partecipazione in Rosneft attirando nuovi investitori. Grandi manovre si preannunciano, pertanto, nel comparto energetico russo.
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