Valanga di giudizi negativi sul titolo Saipem, all’indomani della pubblicazione dei risultati del terzo trimestre. Stamattina le azioni del colosso petrolifero milanese sono in rialzo dello 0,51% a 35,75 euro, mentre ieri è avvenuto un progresso dell’1,74%. Dopo la presentazioni dei conti trimestrali non sono, però, arrivate indicazioni positive sul titolo da parte di banche d’affari e broker internazionali. Il giudizio più significativo è quello di Société Générale, che ha deciso di tagliare sia il rating che il prezzo obiettivo.
La banca transalpina ha abbassato la sua raccomandazione sul titolo Saipem a “hold” (tenere in portfolio) da “buy” (acquistare le azioni). Tagliato anche il target price a 39 euro da 43 euro per azione. La scure di SocGen non è l’unica che si è abbattuta oggi su Saipem. Sul colosso petrolifero sono arrivati diversi tagli sul prezzo obiettivo delle azioni da parte di Credit Suisse, Ubs, Jp Morgan, Cheuvreux e Hsbc. Il titolo in borsa risente molto del calo dei prezzi del petrolio sui mercati internazionali, tanto che si è allontanato molto dai top storici del 17 settembre scorso di 40,12 euro.
Credit Suisse ha tagliato il target a 42 euro, confermando il rating “outperform” (farà meglio del mercato). Un’altra banca svizzera, Ubs, ha deciso di confermare sia il rating (“neutral”) sia il prezzo obiettivo (40 euro). Jp Morgan ha tagliato il target price a 41,6 euro, mantenendo la raccomandazione ferma a “neutral”. Il broker francese Cheuvreux ha abbassato il target a 41 euro, confermando il giudizio “buy”. Infine, il colosso bancario cino-britannico Hsbc ha tagliato il target a 43 euro con rating stabile a “overweight” (sovrappesare in portafoglio).
Nei primi 9 mesi dell’anno Saipem ha mostrato ricavi in crescita dell’8,3% a 9,94 miliardi di euro. Il margine operativo lordo è salito del 9,4% a 1,69 miliardi, mentre l’utile netto dell’8,3% a 722 milioni di euro (249 milioni nel secondo trimestre). Le preoccupazioni arrivano dall’indebitamento finanziario, salito a 4,4 miliardi di euro (a fine dicembre 2011 era 1,2 miliardi in meno).