Nel corso del terzo trimestre dell’anno Ford ha conseguito un utile netto di 1,6 miliardi di dollari, pari a 41 centesimi per azione. Un risultato molto positivo, sostenuto principalmente da quanto conseguito in Nord America, e – soprattutto – ben superiore ai 30 centesimi per azione che erano stati previsti dai principali analisti. Delude invece il giro d’affari conseguito nel vecchio Continente, figlio naturale della crisi che si è abbattuta sul settore europeo delle quattro ruote, e che ha retrocesso i ricavi del 3 per cento su base annua.
Il risultato è comunque stato accolto con soddisfazione dagli analisti. Come ricordato dall’approfondimento curato poche ore fa dall’edizione online del quotidiano La Repubblica, infatti, “nel terzo trimestre 2012, la casa automobilistica Ford ha registrato un utile netto di 1,6 miliardi di dollari, stabile rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, ma i profitti per azione (41 centesimi) hanno superato nettamente le stime di mercato (30 centesimi). Il dato meno positivo arriva dal fatturato: fra luglio e settembre è calato del 3% rsipetto al 2011, a quota 32,1 miliardi di dollari, a causa del calo delle vendite in Europa e America Latina. Tuttavia, il gruppo Ford ha, anche questo caso, fatto meglio di quanto prevedevano gli analisti di Wall Street che si aspettavano un giro d’affari di 31,5 miliardi. Una cifra superata grazie ai risultati ottenuti in Nord America, dove il fatturato è cresciuto dell’8% a quota 19,5 miliardi”.
Insoddisfacente è invece il peso nell’eurozona, che ha condizionato negativamente i conti dell’azienda americana. Nel solo vecchio Continente sono andati in fumo 468 milioni di dollari, e la settimana scorsa Ford ha annunciato la chiusura di ben tre stabilimenti (ne abbiamo parlato anche qui: Ford verso chiusura in Belgio), con una perdita stimata per il biennio in corso pari a 1,5 miliardi di dollari. Nel Nord America le cose vanno invece a gonfie vele, con un utile ante imposte in incremento di più di 2 miliardi di dollari e margine operativo pari al 12 per cento, quasi nove punti in più rispetto allo stesso trimestre del 2011.