Il governo sta preparando un drastico ridimensionamento delle Forze Armate. Una razionalizzazione che, secondo le indiscrezioni del Sole 24 Ore, porterà al taglio degli organici ed ad un giro di vite sugli investimenti. La voce destinata all’acquisto di nuove armi dovrebbe scendere nel 2009 a 4 miliardi di euro dai 5 miliardi del 2008. La chiusura di decine di caserme ormai inutili, l’accentramento delle strutture logistiche e lo sfoltimento dei ranghi non rappresentano una minaccia per Finmeccanica, in quanto la holding della Difesa fornisce all’esercito principalmente prodotti di alto valore strategico e non mero materiale di consumo: non vende scarponi o fucili, ma elicotteri, aerei e sistemi per la guerra elettronica. Potenzialmente più preoccupante è invece il progetto del Tesoro di ridurre le risorse per gli investimenti: l’Italia, anche dopo l’acquisizione di Drs e l’espansione internazionale, resta il primo cliente di Finmeccanica con una quota del 29% del giro d’affari. Di conseguenza, le scelte del governo italiano potrebbero penalizzare ulteriormente le quotazioni di Finmeccanica, che nell’ultimo mese ha perso in Borsa il 28% (-48% da inizio anno).
Il titolo ha sofferto per l’aumento di capitale da 1,22 miliardi di euro che si chiuderà venerdì. L’operazione rientrava fra le misure messe a punto per finanziare l’acquisizione da 5,2 miliardi di euro di Drs Techologies. Comprando la società dell’elettronica con sede nel New Jersey, il gruppo porterà i ricavi dagli Usa, il Paese che vale la metà della spesa mondiale nelle armi, al 23% del totale. L’operazione ha avuto una tempistica sfortunata perché è arrivata proprio nel mezzo del terremoto finanziario ed alla vigilia di una brusca frenata delle economie di tutto il mondo. Gli investitori, con qualche ragione, hanno cominciato a considerare la possibilità che i governi, dopo aver speso tanto per salvare le banche, non abbiano più soldi per la Difesa. Ma anche se il ragionamento potrebbe sembrare logico, non trova conferme nell’analisi del passato. Negli ultimi 50 anni le nazioni hanno aumentato o diminuito questa voce di spesa in funzione degli avvenimenti internazionali e per far fronte a eventuali minacce, vere o percepite che fossero. Inoltre non bisogna dimenticare che il supporto all’industria delle armi è una parte importante della risposta keynesiana alle crisi economiche. Se si esclude l’Italia, che comunque, nel corso degli ultimi quattro anni ha avuto spese militari procapite più alte degli altri Paesi europei, nel corso dell’autunno in tutta Europa non ci sono state avvisaglie di tagli ai budget militari. Intanto Finmeccanica ha implementato una serie di accordi con le ferrovie russe nei settori del segnalamento, del sistema Tetra per le comunicazioni criptate, dei dati satellitari per la localizzazione dei convogli e per servizi internet sui treni a media e lunga distanza. Gli accordi nel segnalamento coinvolgono la società Ansaldo Sts mentre Telespazio, controllata da Finmeccanica e partecipata da Thales, elaborerà un progetto sperimentale per dotare di collegamento con internet i treni a media e lunga distanza. Alenia Aeronautica infine ha fatto accordi con la società pubblica russa Rostechnology per lo sviluppo di materiali compositi nell’aviazione civile.
1 commento su “Per Finmeccanica dopo l’aumento di capitale le prospettive sembrano buone grazie anche alla firma di importanti accordi”