Il possibile arrivo di una supertassa sta convincendo un crescente numero di corporate ad annunciare pagamenti extra nei dividendi. Una decisione che per il momento ha coinvolto quasi 60 società quotate nell’indice Russell 3000, contro le appena 15 del 2011. Alla base di tutto, come già anticipato, la convinzione che l’amministrazione bis di Obama incrementerà la tassa del 15% varata dall’ultima amministrazione Bush. Ne è conseguita una corsa al dividendo straordinaria, con retribuzioni extra per gli azionisti.
“Wall Street è infatti convinta che la tassa al 15 per cento sui dividendi azionari, varata durante la presidenza di George W. Bush, subirà un incremento dopo la rielezione di Barack Obama alla Casa Bianca” – ricordava in precedenza il quotidiano La Repubblica nella sua ultima edizione online – “Nella sua campagna elettorale, infatti, il presidente uscente aveva sottolineato come proprio il basso livello di prelievo fiscale su dividendi e guadagni in conto capitale fossero una delle ragioni che aveva permesso a Mitt Romney, il suo avversario repubblicano, accreditato di una fortuna di 250 milioni di dollari, di versare al fisco imposte molto più basse rispetto a quelle dei lavoratori normali”.
L’imposta sui dividendi, a meno che il Congresso non decida di intervenire in tal senso, dovrebbe tornare all’aliquota normale sui redditi, che può toccare il 39,6 per cento. Un livello che è ben più del doppio dell’attuale soglia, e che pertanto potrebbe indurre le compagnie a ritoccare le previsioni in materia di dividendi, come peraltro sta accadendo proprio in queste ore (in proposito, vedi anche le richieste di rinvio dell’applicazione delle linee guida di Basilea 3).
Bloomberg sottolinea che molte aziende, che in questi anni hanno potuto accumulare 3000 miliardi di dollari di liquidità, possono permettersi di restituire parte dei profitti agli azionisti.
Vedremo, nel corso delle prossime settimane, se quanto sperimentato in territorio statunitense avrà modo o meno di proseguire, e se le compagnie che sceglieranno di erogare dividendi straordinari continueranno ad incrementare le proprie fila.