L’indice di fiducia dei consumatori italiani, calcolato dall’Istat, è sceso sui minimi storici. A novembre l’indice è diminuito a 84,4 punti da 86,2 punti del mese precedente. Si tratta del livello più basso mai registrato dall’inizio delle serie storiche, ovvero da gennaio 1996. L’istituto nazionale di statistica ha comunicato che la componente riferita al sentiment economico generale è scesa a 69,4 punti da 71,5 punti, mentre il clima economico personale ha sperimentato un lieve calo a 90,9 punti da 91 punti.
L’indicatore del clima corrente è cresciuto a 92,3 punti da 91,9 punti, mentre quello riferito al clima futuro è sceso molto fino a 75,2 punti da 78,2 punti. I giudizi sulla situazione economica italiana sono migliorati a -133 da -136, ma le aspettative future sono peggiorate drasticamente a -59 da -64. Sul clima di sfiducia pesa molto l’aumento delle aspettative sulla disoccupazione: il saldo è aumentato a 114 da 108. Peggiorano anche le opinioni e le attese sulla situazione economca della famiglia. Giù anche il saldo dei giudizi sul bilancio familiare.
Tra le note positive troviamo il sentiment sul risparmio degli italiani. Sia le opportunità attuali di risparmio che quelle future sono viste in miglioramento rispettivamente a 143 da 135 e a -94 da -95. Per quanto riguarda le attese di inflazione, innanzitutto è stata riscontrata una certa stabilità dei giudizi sull’opportunità all’acquisto di beni durevoli, mentre il saldo dei giudizi sull’evoluzione recente dei prezzi al consumo è sceso a 69 da 74. Per i prossimi 12 mesi è attesa un’attenuazione della dinamica inflazionistica, con il saldo che passa a 28 da 30.
A livello territoriale la fiducia dei consumatori è in lieve aumento nel Mezzogiorno, mentre diminuisce nel resto della penisola. Al Nord-Ovest l’indice di fiducia è sceso leggermente a 86,3 punti da 86,7 punti. Giù anche il sentiment futuro, passato a 77,1 da 79,1 punti. Nel Mezzogiorno l’indice è aumentato a 85 punti da 84,8, ma è diminuito il clima futuro a 74,6 da 75,7 punti.