La banca d’affari elvetica Ubs ha tracciato le linee guida per investire nel 2013, partendo però dal presupposto che il quadro economico e politico resta molto incerto e che all’orizzonte ci sono “più nubi del solito”. Nick Nelson, a capo della strategia dei mercati azionari della banca svizzera, ritiene che ci sono ancora molte incognite, ma si può comunque delineare uno scenario preciso della situazione evidenziando i rischi e le opportunità per gli investitori. Gli esperti della banca si aspettano ancora un quadro macroeconomico debole in Europa, ma probabilmente una crescita a doppia cifra per le borse.
Infatti, il team di analisti capitanato da Nelson ritiene che le borse europee potrebbero crescere dell’8-10%, ma il pil europeo non dovrebbe essere diverso da quello dell’anno in corso mentre nel 2014 dovrebbe esserci una modesta crescita dell’1%. Dal report di Ubs si possono trarre interessanti indicazioni per investire sui mercati globali. Nel confronto tra Europa e Stati Uniti, il 2013 dovrebbe sorridere maggiormente alle borse americane.
Tuttavia, secondo Nelson, le borse europee sono molto attraenti sia dal lato del rapporto prezzo/utili sia per il dividend yield medio, che si aggira intorno al 4,2%. Si tratta di variabili da considerare con attenzione, soprattutto se confrontate con lo scenario di tassi sulla liquidità vicini a zero e di tassi reali negativi sui titoli di stato. Sul fronte valutario, Ubs ritiene che l’euro sia destinato a indebolirsi e indica un target price a 1,20 contro dollaro americano entro fine 2013. Nel 2014, invece, il cambio euro/dollaro potrebbe scendere ancora fino a 1,15. Tra le società europee più interessanti, Ubs segnala anche due titoli italiani, ovvero Luxottica Group e Fiat.
Ubs guarda con interesse ai mercati emergenti, per cui consiglia di investire su aziende che generano importanti ricavi in questi mercati. Tra le aziende italiane c’è anche Saipem, che Ubs valuta con un prezzo obiettivo di 32,4 euro. Nella top list, ovvero tra le azioni da comprare con decisione, figurano Rio Tinto, Eni, Clariant, AstraZeneca, Anheuser-Busch inBev, Reed Elsevier e Stardars Chartered. I settori da cui restare alla larga sono soprattutto utility, auto, alimentari, consumi durevoli e distribuzione generica. Da sovrappesare sono il settore minerario, energetico, media e costruzioni.