All’indomani delle annunciate dimissioni del premier Mario Monti, che sancirà la fine del governo tecnico subentrato all’esecutivo Berlusconi a fine novembre 2011 a seguito della crisi dello spread, Piazza Affari era partita molto male ma alla fine ha recuperato senza particolari affanni. Lo spread Btp-Bund è dapprima volato fin sopra 360 punti base, ma poi è tornato a 320 punti in linea con il trend discendente del differenziale in atto ormai da luglio scorso. La caduta di Monti ha riaperto le porte alle tensioni politiche, ma tutto sommato ha semplicemente aperto la strada alle elezioni anticipate.
Secondo Pierre Oliver Beffy, chief economist di Exane Bnp Paribas, “le elezioni anticipate non rappresentano di per sé una brutta notizia, semplicemente hanno anteceduto il periodo di incertezza e di volatilità della fase pre-elettorale”. Ora sono attesi passi in avanti concreti sul lato della nuova legge elettorale, mentre l’esecutivo tecnico si occuperà dell’ordinaria amministrazione in attesa del passaggio di consegne al nuovo governo. Molti esperti sono convinti che la volatilità della scorsa settimana sia stata dovuta al ritorno di Silvio Berlusconi sulla scena politica.
Secondo Edoardo Chiozzi Millelire di Convinctions Asset Management, “lo scenario più probabile resta comunque una vittoria del centro-sinistra su una piattaforma relativamente moderata grazie al relativo successo alle primarie di Renzi, mentre Monti potrebbe essere eletto come Presidente della Repubblica a garanzia della continuità riformista e della credibilità nazionale”. L’esperto non esclude del tutto un Monti-bis e continua a mantenere posizioni rialziste importanti sull’Italia, soprattutto sul settore bancario. Chiozzi è più cauto su aziende come Enel, A2A e Terna, perché molto sensibili al rialzo di spread e CDS.
Chiozzi fa poi una previsione sul possibile valore dello spread nei prossimi mesi. Secondo l’esperto, “considerando che l’Italia è in piena recessione e la ripresa è ancora lontana, i livelli attuali dei tassi – più vicini al 5% che al 4% – sono davvero troppo alti”. Chiozzi ritiene che, in caso di scenario favorevole, “lo spread sul decennale potrebbe scendere fino a 200 punti base, riportando il tasso intorno al 3,5%”.