Secondo quanto affermato dall’Abi, la raccolta bancaria sarebbe cresciuta per il terzo mese consecutivo durante novembre, con un tasso di sviluppo dell’1,27 per cento su base annua. Sul fronte dei tassi di interesse – uno dei tavoli più caldi del mercato finanziario e creditizio – vi sarebbe stata una sostanziale stabilità, con una crescita all’1,3 per cento del mese di novembre rispetto all’1,28 per cento del mese di ottobre. Bene l’andamento della raccolta breve – prevalentemente depositi – con un + 5,8 per cento. Meno bene la provvista di lunga scadenza, con una contrazione del 6,75 per cento.
A rivelare i dati di cui sopra è stato il consueto bollettino mensile Abi, dove viene altresì rilevato che la crescita delle sofferenze bancarie avrebbe toccato, ad ottobre, quota 120 miliardi di euro, 2,2 miliardi di euro in più rispetto a settembre e 17 miliardi di euro in più rispetto ad ottobre 2011.
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“I prestiti ai residenti in Italia al settore privato” – ricordava il quotidiano Milano Finanza – “sono ammontati a 1.659,4 miliardi (-1,45% su base annua), di cui a famiglie e società non finanziarie 1.484,5 miliardi(-1,91%). A novembre il differenziale tra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta bancaria da famiglie e società non finanziarie ha raggiunto un nuovo minimo storico attestandosi all’1,68%. Il nuovo valore è motivato da un lieve aumento del costo della raccolta (1,30% di novembre contro l’1,28% di ottobre) a fronte di un tasso sugli impieghi fermo, anche lo scorso mese, al 3,8% registrato ad ottobre” (vedi anche Economia italiana in ripresa solo nel 2014 secondo Confindustria).
Discretamente ottimista il presidente Abi, Giuseppe Mussari, che al termine del comitato esecutivo ha dichiarato come “l’efficienza a tutti i livelli è la ricetta da applicare” per uscire da questa fase di crisi, e che alla base di tutto c’è la necessità di “continuare a lavorare” tutti insieme per “invertire questo ciclo economico nel più breve tempo possibile”.