Spread Btp-Bund sotto 290 sfiora target Monti

 La seduta di ieri è stata molto favorevole per i tassi italiani. Lo spread Btp-Bund è sceso sotto 290 punti base, toccando quota 288 punti. Il livello raggiunto ieri è praticamente il target indicato da Mario Monti qualche tempo fa, pochi giorni prima dell’annuncio delle dimissioni dalla carica di premier. La notizia è molto positiva per le casse dello stato, in quanto il costo del servizio del debito scende ulteriormente. Ieri lo spread è comunque risalito fino a chiudere a 296 punti, ma comunque sempre al di sotto della soglia “psicologica” dei 300 punti base.

L’obiettivo sullo spread a 287 punti di Monti è stato scelto perché è praticamente la metà del valore di 575 punti raggiunto con il picco della crisi sul finire di novembre 2011, quando il governo Berlusconi fu costretto a lasciare il posto a un esecutivo tecnico per evitare il tracollo finanziario del paese. Dopo l’annuncio delle dimissioni di Monti di dieci giorni fa, lo spread era salito sopra 360 punti base facendo paventare un ritorno delle tensioni sui Btp italiani.

DEBITO PUBBLICO ITALIANO SFONDA QUOTA 2.000 MILIARDI

Ora la situazione si è normalizzata, tanto che ora il mercato scoemmette con decisione su una riconferma del premier attualmente in carica visto che sembra ormai deciso a scendere in campo nelle prossime elezioni politiche previste per fine febbraio 2013. La tensione sullo spread è durata solo un giorno, tanto che la stessa agenzia di rating Moody’s aveva affermato che “le turbolenze politiche in Italia hanno conseguenze limitate”. A tranquillizare ulteriormente gli investitori ci ha pensato anche un report diffuso da Fitch.

RATING ITALIA TAGLIATO DA S&P

L’agenzia di rating ha evidenziato che la crisi del debito sovrano europeo è “entrata in una fase di calma”. Qualche giorno fa Fitch aveva deciso di confermare il rating A- sull’Italia. Secondo Fitch l’Europa “ha risolto i rischi di liquidità di breve termine per il debito sovrano dei paesi più in difficoltà dell’eurozona, guadagnando tempo per gli aggiustamenti, dolorosi ma necessari, richiesti per assicurare la solvibilità”.

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