Il consiglio di amministrazione di Iren ha scelto di dare il via all’esercizio del diritto di vendita, ad A2A, della quota del 21 per cento nel capitale di Edipower. Grazie al disimpegno deliberato dall’utility di controllo dei comuni di Genova e Torino coincide con la possibilità di acquistare due (su nove) nuclei produttivi detenuti attualmente da Edipower, come la centrale termica di Turbigo, alla periferia di Milano, e la centrale idroelettrica di Tusciano, nel territorio salentino.
Le due operazioni condurranno Iren a possedere una capacità termoelettrica a ciclo combinato di 2.000 Mw e di una capacità idroelettrica di oltre 600 Mw. Come contropartita, Iren venderà a A2A la propria quota del 21 per cento di Edipower.
Alla luce delle transazioni sopra delineate, il futuro delle due utility sembra essere separato: un futuro comunque già segnato, anche e soprattutto in virtù dei forti contrasti che erano sorti all’epoca del riassetto di Edison, poi conclusosi lo scorso anno con il via libera a Edf su Foro Buonaparte in cambio della cessione di Edipower agli ex soci italiani in Delmi (oltre ad A2A e Iren, ne fanno infatti parte Dolomiti energia, Sel, Fondazione Crt, banca popolare di Milano e Mediobanca).
Stando a quanto si legge a mezzo stampa, nei prossimi anni A2A e Iren si concentreranno prevalentemente sulla riduzione delle proprie esposizioni debitorie, che nel corso degli anni – in virtù di una lunga serie di fusioni e di aggregazioni – sono cresciute in maniera rilevante. L’obiettivo è quello di tornare intorno a un tavolo, tra pochi anni, per verificare se vi saranno i presupposti per creare la “Grande Edipower”, ovvero la costituzione di una grande utility che ruoterà intorno a A2A – Edipower e comprenderà probabilmente Iren e Hera (vedi anche A2A + 3% dopo lancio bond e uscita Metroweb). Proprio per quanto concerne Iren, la recente riunione del board ha esaminato altresì le principali linee guida del nuovo piano industriale.