La Consob ha avanzato una serie di richieste di documentazioni ai protagonisti della vicenda dell mancata Ipo di Sea. Dopo il flop della prima quotazione della società, e la conseguente presentazione alla Commissione di due esposti incrociati da parte della società che gestisce gli aeroporti milanesi e da F2i (secondo azionista della società dopo il Comune di Milano), l’autorità di vigilanza ha scelto di approfondire quanto accaduto, domandando maggiori informazioni.
Consob, in particolare, avrebbe chiesto le email che i vari advisor e la Sea si sono scambiate. Secondo altra fonte diffusa a mezzo stampa, la documentazione sarebbe stata anche chiesta a F2i e al Comune di Milano, pur rappresentando un atto dovuto in presenza di esposti ufficiali.
Ricordiamo che all’operazione di prima quotazione parteciparono Banca Imi, Mediobanca, Morgan Stanley e Unicredit come coordinatori dell’offerta globale. In particolare, Banca Imi e Mediobanca sarebbero intervenuti come responsabili del collocamento, con Mediobanca impegnata anche come sponsor mentre joint bookrunner furono ancora Banca Imi, Mediobanca, Morgan Stanley, UniCredit, Bnp Paribas e Deutsche bank.
In proposito, il presidente di Sea Andrea Bonomi ha ammesso la possibilità che vi siano fondate possibilità sull’ottenimento dei diritti di “quinta libertà” (cioè quelli che permetterebbero alla società di effettuare voli intercontinentali da Malpensa) da parte di Emirates. “È la prova sul campo di quanto diciamo da tempo e cioè che nella situazione dell’industria europea, occorre assecondare quei vettori che hanno ancora grandi capacità di investimento e che vedono l’Europa e le infrastrutture aeroportuali europee come naturale ponte tra Est e Ovest del mondo. Saremo ben lieti” di accoglierlo – ha aggiunto Bonomi (vedi anche Fiat crolla in borsa su rumors inchiesta Consob).
Bonomi ha poi aggiunto, sottolineando i vantaggi della potenziale transazione – che “innanzitutto la possibilità concreta di servire meglio un mercato che si sta lentamente riprendendo, che è quello del Nord America e di servirlo con più destinazioni. Ma soprattutto consentirebbe di servirlo con un prodotto più di qualità”.