Banca Popolare di Milano è ormai pronta a ufficializzare la trasformazione in società per azioni. La revisione della governance voluta da Andrea Bonomi è alle battute finali. Ieri il consiglio di sorveglianza e quello di gestione si sono riuniti per dare un’accelerazione al progetto di trasformazione della banca popolare in Spa. Tutto è pronto per dare il via alla fase finale delle discussioni, che porterà l’istitito milanese di Piazza Meda a diventare una banca unica nel suo genere nel settore bancario italiano.
A mercati chiusi il consiglio di sorveglianza ha comunicato in una nota che è stato “deliberato di procedere su un percorso comune di approfondimento”. La revisione della governance era stata avanzata da Andrea Bonomi un paio di mesi fa. Da allora il mercato ha cominciato a speculare sulla nuova identità della banca popolare milanese, che in borsa ha cominciato a mostrare guadagni importanti. Ieri il titolo Bpm ha chiuso con un rialzo del 6,74% a 0,578 euro. I prezzi sono saliti fino a 1,582 euro, ovvero il livello più alto da fine ottobre 2011.
Il prossimo obiettivo sarà quello di presentare la proposta ai soci nell’assemblea degli azionisti probabilmente in estate, magari nel mese di luglio. Banca Popolare di Milano ha già sottoposto la bozza della revisione della governance ai sindacati in un documento di 12 pagine. Bpm dovrebbe trasformarsi in una banca “ibrida”, a metà strada tra una cooperativa e una società per azioni. L’aspetto mutualistico della vecchia governance verrebbe ceduto alla Fondazione Bpm, alla quale potrebbero finire il 5% degli utili realizzati dalla banca milanese allo scopo di finanziare l’attività di formazione e di assistenza ai dipendenti e agli ex dipendenti.
La Banca Popolare di Milano continuerà ad essere guidata da Piero Montani, ma assumerà la governance di una società per azioni a tutti gli effetti escludendo così il voto capitario che tanto non piaceva agli investitori. La trasformazione in Spa sarebbe anche favorevole per i dipendenti della banca stessa, in quanto avrebbero cinque degli undici posti all’interno del consiglio di sorveglianza.