Il piano industriale di Rcs Mediagroup non sembra convincere uno dei principali soci di Mediobanca, a sua volta punto di riferimento del patto di sindacato della società editoriale. Il programma siglato dall’amministratore delegato Pietro Scott Jovane ha infatti incontrato lo scetticismo molto esplicito da parte di Unicredit, che con il suo 8,7 per cento è uno dei soci di spicco di Mediobanca, a sua volta primo socio del patto di sindacato del gruppo di via Rizzoli, nonché tra i principali creditori della società.
A spegnere qualsiasi fuoco di entusiasmo sui piani Rcs è stato lo stesso amministratore delegato dell’istituto bancario, Federico Ghizzoni, che ha dichiarato che “non ho visto il piano industriale ma credo che possa avere un elevato rischio di esecuzione” per poi aggiungere, in maniera più dettagliata, che “vendere asset e chiudere testate non è facile in questa fase di mercato”. Il riferimento è pertanto alla scelta di fare cassa, andando a cedere alcuni dei gioielli aziendali, come gli storici immobili situati in via Solferino, e via San Marco (vedi anche Esuberi Rcs).
In altri termini, proprio da Unicredit arriva una secca boccatura del progetto di risanamento portato faticosamente avanti dal top management di Rcs. Tuttavia, i più attenti ricorderanno che non è certo la prima volta che dall’istituto bancario arrivano dichiarazioni poco ottimiste sul futuro del gruppo editoriale, visto e considerato che già un mese fa Ghizzoni aveva preso adeguate distanze dichiarando che “con Basilea 3 è cambiata molto la prospettiva con cui si gestisce il capitale. Non abbiamo intenzione di uscire dal nostro core business” – aveva all’epoca risposto sulla possibilità di farsi coinvolgere nell’azionariato della società editoriale
Rimane ora da capire come sarà accolta questa nuova sostanziale sfiducia dalle parti di via Rizzoli. I bene informati dicono che i rapporti nel patto di sindacato potrebbero soffrirne, almeno in parte (vedi anche Unicredit possibile chiusura di 50 filiali in Germania).