C’era grande attesa per le elezioni politiche italiane, che si apprestavano ad essere una sorta di referendum sulle politiche di austerità portate avanti negli ultimi mesi dal premier in pectore Mario Monti e avallate dall’Europa, in un lungo percorso fatto di riforme strutturali e risanamento delle finanze pubbliche. Non sono mancate le sorprese (stravolto il risultato degli instant pool), che però ora rischiano di spingere l’Italia in un caos politico molto pericoloso. Alla Camera la coalizione di centro-sinistra Pd-Sel ha ottenuto il premio di maggioranza per una manciata di voti, mentre al Senato non è stata raggiunta la maggioranza assoluta.
La coalizione Pd-Sel guidata da Pier Lugi Bersani ha ottenuto alla Camera il 29,53% dei voti, mentre la coalizione di centro-destra formata da Pdl-Lega e altri alleati minori ha ottenuto il 29,13%. Bersani è riuscito a ottenere il premio di maggioranza a Montecitorio per un pugno di voti, aggiudicandosi quindi 340 seggi contro i 124 di Pdl-Lega. Alla Camera c’è stata la grande rimonta di Silvio Berlusconi, che solo qualche mese fa era dato per spacciato nei sondaggi pre-elettorali.
Il singolo partito più votato alla Camera è stato, però, il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, con il 25,55% dei voti. I “grillini” si sono aggiudicati 108 seggi. Al Senato, invece, la coalizione Pd-Sel ha ottenuto il 31,6% dei voti, mentre Pdl-Lega il 30,66%. Al terzo posto Grillo con il 23,79%. A Palazzo Madama manca la maggioranza assoluta: 120 seggi vanno al centro-sinistra, 115 al centro-destra. Accanto alla sorpresa Grillo (e senza dubbio Berlusconi), c’è la delusione degli altri partiti. In primis la coalizione guidata da Mario Monti.
La coalizione Scelta Civica-Udc-Fli ha ottenuto il 10,54% dei voti alla Camera (dalla quale esce completamente Gianfranco Fini) e il 9,13% al Senato. Delude anche Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia (2,24% alla Camera e 1,79% al Senato), che nei primi commenti post-voto non ha lesinato critiche al Pd. L’Italia rischia di non avere un governo stabile, come aveva pronosticato tra l’altro il Financial Times. Angelino Alfano, segretario del Pdl, ha chiesto al Viminale di decretare la parità considerando che lo scarto dei voti alla Camera è di circa 130mila.