L’affermazione alle recenti elezioni politiche italiane di partiti populisti e favorevoli all’uscita dell’Italia dall’euro, in particolare il MoVimento 5 Stelle di Beppe Grillo, ha portato nuovamente alla ribalta il tema della moneta unica. Accanto a qualche buon risultato ottenuto dal lato delle riforme fiscali e sull’integrazione bancaria, c’è da evidenziare anche la possibilità di uno “sdoppiamento” dell’euro. Questa ipotesi, sebbene al momento ancora poco probabile, è molto chiacchierata negli ultimi giorni soprattutto dopo che in Germania è nato “Alternativa tedesca”, un movimento contrario ai salvataggi dei Pigs e favorevole a un “euro a due velocità”.
Dunque, e se fosse proprio la Germania a uscire dall’euro? L’ipotesi potrebbe non essere affatto pura fantaeconomia. Berlino, piuttosto che procedere con la mutualizzazione dei debiti, potrebbe dare vita a un nucleo ristretto di paesi (forse almeno Austria e Finlandia) con i quali uscire dalla moneta unica. Secondo Edoardo Chiozzi Millelire, responsabile per l’Italia di Convictions AM, se la Germania dovesse uscire dall’euro unilateralmente non sarebbe solo la fine dell’unione monetaria ma anche dell’intera impalcatura continentale.
► LETTONIA CHIEDERA’ DI ENTRARE NELL’EURO
Secondo l’esperto “la Francia non permetterà mai la realizzazione di un simile scenario: o l’euro e l’Europa si fa con la Germania e la Francia unite o non si fa. Se l’euro dovesse esplodere è difficile fare una stima delle conseguenze di una simile tragedia”. Quali effetti da un’uscita tedesca dalla moneta unica? Secondo l’analista di Convictions AM la rottura dell’euro inizierebbe con pesanti svalutazioni delle nuove monete nazionali dei paesi più deboli, come l’Italia, la Spagna, il Portogallo e la Grecia. Poi ci sarebbero fallimenti e nazionalizzazioni bancarie, inflazione e fuga di capitali fuori controllo, crollo dei salari reali, protezionismo, autarchia.
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Considerando lo scenario apocalittico di un break-up dell’euro, l’esperto è convinto che nessuno abbia voglia di finire nel caos più totale per cui non avverrà mai la fine dell’euro. Secondo Matteo Paganini, chief analyst di Fxcm, l’ipotesi di un euro a due velocità non è da scartare, in quanto difficilmente i paesi del nord accetteranno la condivisione dei debiti dei paesi periferici. Potrebbe così nascere un “euro del nord” (moneta forte) e un “euro del sud” (moneta debole e svalutata).